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I dati INVALSI rendono osservabile un fenomeno piuttosto diffuso che spesso sfugge alle statistiche: la dispersione scolastica implicita.
Autore: OECD (2018)
Editore: OECD Publishing, Paris
Codice ISBN: 9789264305274
DOI: 10.1787
What is important for citizens to know and be able to do?” The OECD Programme for International Student Assessment (PISA) seeks to answer that question through the most comprehensive and rigorous international assessment of student knowledge and skills. As more countries join its ranks, PISA is evolving to successfully cater for a larger and more diverse group of participants. The OECD launched the PISA for Development initiative in 2014 to support evidence-based policy making globally and offer universal tools in monitoring progress towards the Education Sustainable Development Goal. Spanning six years, this unique pilot project aims to make the assessment more accessible and relevant to a wider range of countries, while maintaining the overall PISA framework and accordance with PISA’s technical standards and usual practices.The PISA for Development Assessment and Analytical Framework presents the conceptual foundations of the project, and covers reading, mathematics and science. PISA for Development has a school-based component and an out-of-school one. For the school-based component, a questionnaire about students’ background is distributed to all participating students. School principals complete a school questionnaire that describes the school, its students and teachers, and the learning environment. Teachers also complete a questionnaire about themselves, the school’s resources, their teaching practice and their students. The out-of-school respondents complete a background questionnaire, and their parent (or person most knowledgeable about them) answers a questionnaire about the youth’s background and childhood experiences. A household observation questionnaire is completed by the interviewer, and information about the location of the household is collected by PISA for Development National Centres.Nine countries participated in the PISA for Development assessment: Bhutan, Cambodia, Ecuador, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay, Senegal and Zambia.
Le competenze e le conoscenze matematiche sono strumenti per operare nella realtà e non un insieme di regole da applicare per risolvere problemi standardizzati.
Il lessico personale cambia sicuramente da persona a persona. Ma esiste un terreno comune, un bagaglio di vocaboli che ciascuno di noi dovrebbe conoscere e saper usare per comunicare in modo appropriato.
Il concetto di competenza è fra i più centrali per la scuola di oggi, ma anche fra i più discussi, sia nei dibattiti pubblici che tra gli studiosi.
Insegnare a leggere equivale a insegnare a pensare. E non ci sono studenti impossibili da formare, ma solo strade diverse per farlo.
Il presente lavoro esamina la distribuzione dei quesiti di riflessione sulla lingua, somministrati all’interno delle prove Invalsi di Italiano, nei livelli di competenza individuati per la descrizione degli esiti delle prove. Lo
scopo del lavoro è riflettere sui fattori che possono influenzare la difficoltà di queste domande e conseguentemente il livello di abilità necessario per affrontarle. Le variabili che possono incidere sulla difficoltà delle domande sono individuate in base a un confronto teorico con studi che riguardano la riflessione esplicita sulla lingua (ad esempio Andorno, 2018; Bialystok, 2001; Lo Duca, 2004, 2012a, 2012b, 2018) o il concetto di difficoltà nell’apprendimento di lingue seconde (ad esempio De Keyser, 2005, 2016; Housen e Simoens, 2016; Pallotti, 2017). Il confronto tra questi studi e gli esiti delle prove Invalsi suggerisce che la difficoltà dei quesiti possa essere influenzata da fattori come il grado di esplicitezza dell’analisi richiesto dal compito, la misura in cui il compito richiede un controllo dell’attenzione, la complessità della relazione tra forma e funzione dell’elemento linguistico esaminato e la prototipicità di tale elemento.
Autore: Marta Desimoni (2018)
Editore: INVALSI, Roma
A cura di: Pier Francesco Asso, Laura Azzolina e Emmanuele Pavolini (2015)
Editore: Donzelli Editore, Roma
Codice ISBN: 9788868434168
La formazione di capitale umano qualificato è uno dei fattori all’origine della crescita economica. In questi anni di crisi, il Mezzogiorno sta sperimentando forti difficoltà nel produrre e valorizzare un tale capitale. Le ragioni di siffatta situazione dipendono non soltanto dai noti fenomeni legati all’emigrazione di giovani con livelli elevati di istruzione, ma anche dai cospicui ritardi negli apprendimenti e nelle competenze di base degli studenti meridionali. Questi risultati, spesso richiamati da indagini ufficiali e dalla letteratura scientifica, vengono confermati e approfonditi dal Rapporto Res 2014. Ma come si possono spiegare differenze così ampie nei rendimenti scolastici fra Nord e Sud del paese? Quanto conta il retroterra economico e culturale delle famiglie o la situazione del contesto locale? E quanto invece incidono i diversi attori, come dirigenti scolastici e insegnanti, che operano dentro la scuola e ne definiscono la capacità di formare le competenze degli studenti? Quali sono, in definitiva, i fattori che rendono veramente «difficile» il percorso di istruzione di un giovane siciliano o del Sud Italia? La ricerca, realizzata dalla Fondazione Res e curata da Pier Francesco Asso, Laura Azzolina e Emmanuele Pavolini, cerca di rispondere a queste domande e mostra in che modo i diversi fattori legati al contesto esterno o al buon funzionamento delle scuole influiscano sui divari territoriali negli apprendimenti. Ricorrendo a metodi di ricerca quantitativi e qualitativi, il volume indaga il mondo della scuola e approfondisce, anche attraverso l’ausilio di un consistente numero di studi di caso (siciliani e di altre regioni del Sud e del Nord), esperienze diverse da cui si traggono molti suggerimenti per la messa a punto di politiche dirette al miglioramento dei risultati dell’istruzione.
Autore: Giorgio Riello (2013)
Rivista: Formazione & Insegnamento XI – 1 – 2013
Editore: Pensa MultiMedia s.r.l., Parma
Codice ISSN: 19734778 (print) – 22797505 (online)
DOI: 10746/-fei-XI-01-13_22
Nell’ambito dell’attuale dibattito europeo sulle politiche in materia di occupazione ricopre un ruolo predominante il concetto di flexicurity, quale forma di equilibrio tra il bisogno di flessibilità dei datori di lavoro e il bisogno di sicurezza dei lavoratori. La certificazione delle competenze si iscrive tra le politiche attive che favorisco processi di flexicurity. Tuttavia le politiche attive non devono essere intese solo come semplice protezione sociale di tipo compensatorio per una forza lavoro flessibile, bensì orientati a sostenere anche l’empowerment del soggetto e le sue capacità.
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