Il recente Rapporto UNESCO Re-immaginare i nostri futuri insieme sollecita tutti noi, attraverso domande e riflessioni sull’educazione e sul suo futuro sviluppo, a immaginare modi nuovi o diversi di partecipare alla vita collettiva, attraverso i quali ciascuno possa essere costruttore di percorsi capaci di cambiare ciò che nella situazione attuale suscita preoccupazione.
Il Rapporto globale della Commissione internazionale sui Futuri dell’Educazione dell’UNESCO si interroga – e ci spinge a interrogarci – su quale ruolo possa e debba svolgere l’educazione per rendere tutti noi sempre più capaci di partecipazione sociale e di condivisione.
L’UNESCO afferma che
La conoscenza e l’apprendimento infatti sono riconosciute da tutti come la base essenziale per dare vita a processi di rinnovamento e di trasformazione. Lo sforzo a promuoverne costantemente lo sviluppo è presente in ogni Paese, come mostrano le indagini internazionali che in questo 2023 ormai in dirittura d’arrivo hanno offerto tantissimi dati sui quali riflettere per agire.
Tuttavia, sono proprio i dati a mostrarci che a livello globale permangono evidenti disuguaglianze sociali e questo indica che l’obiettivo di realizzare un futuro più giusto e sostenibile sta incontrando ostacoli a concretizzarsi.
Come reagire a questo stato di cose? Quali leve muovere per re-inventare il futuro, come ci esorta a fare questo studio dell’UNESCO?
Basi solide per il futuro
Il lavoro biennale di studio e riflessione che il Rapporto UNESCO ci offre si basa su un’affermazione forte:
I principi fondamentali del rinnovamento, che permettono alle generazioni future di re-immaginare i propri futuri e di rinnovarsi, sono costituiti anzitutto da due istanze tra loro strettamente collegate:
- Garantire il diritto a un’educazione di qualità per tutto l’arco della vita. Questo vuol dire anche, per ogni persona, avere diritto all’informazione, alla cultura e alla scienza, a partecipare allo sviluppo di conoscenze e alla loro trasformazione.
- Rafforzare l’educazione come sforzo pubblico e bene comune. È un impegno che richiede un nuovo contratto sociale per l’educazione. Questo, oltre a finanziamenti pubblici per l’educazione, include anche l’impegno nel comprendere che l’educazione è un bene di tutti e che occorre lavorare insieme per renderlo reale e tangibile.
Non dimentichiamo che l’educazione – cioè il modo in cui organizziamo l’insegnamento e l’apprendimento, non solo nell’infanzia ma nel corso della vita – ha un ruolo fondamentale nella trasformazione delle società umane.
È infatti il processo educativo che
Creare nuove opportunità
Per creare nuove opportunità di sviluppo sociale per tutti occorre combattere le disuguaglianze educative impegnandosi a rinnovare l’educazione. È un investimento importante, che presuppone:
- la riorganizzazione della pedagogia intorno ai principi di cooperazione, collaborazione e solidarietà, così da contrastare il permanere di pregiudizi e divisioni, stimolando al contrario lo sviluppo di empatia e partecipazione
- la valorizzazione dell’apprendimento ecologico, interculturale e interdisciplinare
- la spinta verso una sempre maggiore professionalizzazione del lavoro dei docenti, figure chiave attraverso il loro prezioso lavoro per produrre trasformazione educativa e sociale
- la connotazione sempre più esplicita della scuola come ambiente protetto per l’inclusione e il benessere individuale
- l’ampliamento di spazi culturali e sociali per persone di tutte le età, favorendo il diritto all’informazione e alla cultura.
Si tratta certamente di un cambiamento su larga scala, ma non per questo utopico.
Cosa fare per produrre cambiamento
Cosa rende possibile un’opera impegnativa come è quella di costruire un nuovo contratto sociale capace di superare le barriere dell’esclusione, della marginalizzazione e della discriminazione?
Il Rapporto UNESCO individua quattro piste di lavoro:
- Un invito alla ricerca e all’innovazione, con
- Un appello alla solidarietà globale e alla cooperazione internazionale, con
- Le università e gli altri istituti di educazione superiore devono essere attivi in ogni aspetto della costruzione di un nuovo contratto sociale per l’educazione. Le università infatti
- È essenziale che tutti possano partecipare alla costruzione dei futuri dell’educazione, poiché
Le domande che il Rapporto sollecita sono quindi molte e tutte molto impegnative e coinvolgenti, a livello collettivo e individuale.
Perché questo accada occorre aggregarsi intorno a una visione comune degli scopi che l’educazione e l’istruzione devono avere, la cui sintesi può essere riassunta nelle parole dell’Articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
Approfondimenti
- Unesco – Re-immaginare i nostri futuri insieme
- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
- OECD – Education at Glance
- Un piano di recupero per l’educazione
- Il digitale per un’educazione inclusiva
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