Educare al Digitale, educare con il Digitale

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La nostra Newsletter di Dicembre contiene una riflessione sulle potenzialità del Digitale.
Abitiamo in case smart, indossiamo dispositivi intelligenti, siamo sempre connessi. Ma siamo in grado di educare i giovani a un uso consapevole e responsabile del digitale?
La Scuola è in grado di sfruttare le tecnologie per favorire l’acquisizione di nuove competenze negli studenti?

Educare al Digitale, educare con il Digitale

La Scuola è in costante cambiamento.

Evolve insieme alla Società, ma è sempre un passo avanti in quanto è la fucina dei talenti che daranno forma alla società del domani.

Ma, da qualche decennio, il consueto dinamismo del mondo dell’Educazione ha avuto una notevole accelerazione. Le nuove tecnologie digitali hanno portato a una rivoluzione nelle nostre abitudini quotidiane e anche la didattica ha sperimentato nuovi strumenti e nuovi ambienti di apprendimento.

In poco meno di venti anni siamo passati dal giornalino scolastico cartaceo al blog d’istituto, dai tomi delle enciclopedie a Wikipedia, dai laboratori con Turbo Pascal alla Didattica a Distanza.

Si è scoperta l’utilità dell’educare con l’aiuto del digitale, si è inoltre reso necessario educare al digitale.

In questa newsletter vogliamo fare il punto su cos’è e su come si valuta la Competenza digitale, che è alla base dell’Educazione digitale. Vogliamo inoltre riflettere sulle opportunità che la digitalizzazione mette a disposizione della Scuola.

L’Educazione Digitale e il DigComp 2.1

L’OCSE ritiene che

Diventare digitalmente competenti è essenziale per consentire ai giovani di partecipare efficacemente a una società e un’economia digitalizzate; non dedicarsi a queste competenze rischia di esacerbare il divario digitale e perpetuare le disparità esistenti.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha invece inserito la Competenza digitale tra le Competenze chiave per l’apprendimento permanente e afferma:

La competenza digitale implica l’utilizzo in maniera sicura, critica e responsabile, e il coinvolgimento, delle tecnologie digitali per l’apprendimento, al lavoro e nella partecipazione alla società.

A partire da questa definizione è stato redatto l’European Digital Competence Framework for Citizens – DigComp 2.1, un documento che contiene le linee guida per l’Educazione Digitale.

Molti Paesi, tra cui l’Italia, hanno fatto proprio questo quadro di riferimento, altri l’hanno adottato integrandolo con delle normative nazionali e infine altri Stati hanno creato proprie linee guida basandosi comunque su questo modello comunitario.

Nel nostro Paese il Ministero dell’Istruzione ha inoltre redatto il Piano Nazionale Scuola Digitale, ai sensi della Legge n. 107 del 2015, che è il documento di indirizzo per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.

Nelle intenzioni del Ministero

Questo Piano risponde alla chiamata per la costruzione di una visione di Educazione nell’era digitale, attraverso un processo che, per la scuola, sia correlato alle sfide che la società tutta affronta nell’interpretare e sostenere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (life-long) e in tutti contesti della vita, formali e non formali (life-wide).

La valutazione della Competenza digitale

In Europa soltanto Austria e Norvegia valutano le competenze digitali degli studenti mediante prove standardizzate a tutti i livelli di istruzione. In Lettonia, le competenze digitali sono valutate esclusivamente a livello secondario inferiore e in nove sistemi educativi – Bulgaria, Lituania, Ungheria, Polonia, Romania, Slovenia, Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord – unicamente a livello secondario superiore.

Esistono però altre ricerche che esaminano i livelli di Competenza digitale degli studenti e la più conosciuta è l’Indagine ICILS – International Computer and Information Literacy Study condotta dalla IEA ogni cinque anni.

Curata in Italia dall’Area Indagini Internazionali di INVALSI, ICILS ha l’obiettivo di valutare le competenze informatiche e le capacità di gestione e di comunicazione nel mondo digitale degli studenti del grado 8. All’ultima rilevazione, nel 2018, hanno preso parte 12 Paesi e due entità benchmark, cioè delle realtà territoriali – come province o regioni – che prendono parte alla rilevazione per un proprio obiettivo interno di comparazione, ma i cui dati non sono considerati nel calcolo della media internazionale.

Per fare il punto sulla capacità degli studenti di navigare nel nuovo mondo dell’informazione e per analizzare i divari digitali che emergono tra i vari Paesi l’OCSE ha invece pubblicato di recente il report 21st-Century Readers – Developing Literacy Skills in a Digital World, basato sui dati dell’Indagine PISA.

Un’altra interessante ricerca sulle competenze digitali è stata realizzata da Save The Children ed è contenuta nel rapporto Riscriviamo il Futuro: una rilevazione sulla povertà educativa digitale.

La povertà educativa digitale viene definita come

la privazione delle opportunità per apprendere, ma anche sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni attraverso l’utilizzo responsabile, critico e creativo degli strumenti digitali.

Per comprendere questa problematica i ricercatori hanno messo a punto uno strumento di misurazione: l’AbCD – Autovalutazione di base delle Competenze Digitali.

Rischi e opportunità del Digitale

La tecnologia offre tante opportunità, ma quasi sempre comporta anche dei rischi. E il digitale in questo non fa eccezione.

Oggi infatti molte delle problematiche già note alla comunità educante sono migrate sul web, dove hanno acquisito forza e vigore. Il bullismo e la discriminazione in rete ad esempio hanno un impatto maggiore per via della più rapida e duratura diffusione dei contenuti in rete.

La Scuola ha il dovere di educare i giovani a un uso consapevole del digitale per poter contrastare i pericoli di internet e per rendere il web uno strumento di inclusione. Oltre a proteggere i ragazzi dalle minacce della rete, l’Educazione digitale deve mirare alla diffusione del benessere digitale, come sostenuto anche nel rapporto dell’OCSE Education in the Digital Age: Healthy and Happy Children.

Per rispondere alla rapidità della trasformazione tecnologica delle nostre società e colmare le disuguaglianze che emergono a livello territoriale per quanto riguarda l’istruzione digitale, l’Unione Europea ha varato il Digital Education Action Plan 2021-2027.

Il Piano della UE prevede 2 priorità strategiche: lo sviluppo di un ecosistema educativo digitale ad alte prestazioni e il miglioramento delle competenze e delle abilità digitali per la trasformazione digitale. È stato anche ideato un Hub Europeo dell’Educazione Digitale per aumentare la cooperazione per coordinare le politiche nazionali e regionali e diffondere le buone pratiche. 

Il digitale però offre molte opportunità: l’educazione del futuro può contare su nuove e importanti risorse. La rete permette di condividere e reperire un maggior numero di informazioni, a patto di saperne discriminare l’attendibilità.

Ma la Scuola digitale può esplorare nuovi sussidi didattici quali l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, la gamification, la robotica e la blockchain.

Il futuro è appena iniziato, bisogna solo acquisirne piena consapevolezza e fare buon uso dell’innovazione!

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