L’appuntamento annuale con la Rilevazione INVALSI ha offerto come sempre un quadro puntuale sugli esiti di apprendimento conseguiti nella nostra Scuola. Le luci e le ombre messe in evidenza sono occasione per riflettere sia sugli apprendimenti in senso stretto sia sulle opportunità di apprendere che il sistema scolastico offre e garantisce a ogni allievo.

Una misurazione delle competenze e degli esiti di apprendimento fatta attraverso prove oggettive, uguali per tutti, permette di descrivere e comprendere come la sfida dell’innovazione proceda in modo diverso tra le Aree del nostro Paese, all’interno di queste e all’interno delle scuole stesse.
L’immagine che ne deriva è quindi nitida, non filtrata da pregiudizio, fattore che può ostacolare una comprensione reale dello stato del sistema Scuola, impedendo di identificare le necessità di intervento e di rinnovamento che emergono e agendo a sfavore di un effettivo rinnovamento, della Scuola come del più ampio contesto sociale e formativo.
Al di là dei numeri
La partecipazione alla Rilevazione è stata anche quest’anno molto alta e ciò ha garantito ancora una volta la piena significatività dei risultati.

I dati che ogni anno le Rilevazioni nazionali mettono in luce mostrano una realtà innegabile: la scuola non è un sistema statico ma dinamico, che non è rimasto fermo difronte alla crescente complessità sociale tipica del nostro tempo e propria di ciascuna macroarea geografica.

Negli ultimi decenni si è assistito a profondi cambiamenti sociali ed economici che hanno notevolmente modificato le prospettive di crescita e di sviluppo delle società avanzate, ponendo al centro dell’attenzione la qualità del capitale sociale di ciascun Paese.
In questa prospettiva assume naturalmente un ruolo cruciale la qualità dell’istruzione e della formazione che ogni sistema scolastico nazionale è in grado di garantire alla propria popolazione, sia a quella in età scolare sia a quella adulta.
La forza trasformativa di luci e ombre
Attraverso l’evidenza dei dati, la Rilevazione 2025 ci mette di fronte in modo particolare allo stato dell’arte raggiunto da sfide che per la Scuola non sono certo nuove, come è certamente la dispersione scolastica, sia esplicita sia implicita, così fortemente legata all’esigenza di rendere concreta e reale un’istanza di così alto valore sociale quale è l’inclusione.
Il dato molto positivo circa la riduzione del numero di abbandoni scolastici segnala un successo a lungo perseguito e che è certamente gratificante, ma che non è tuttavia fine a se stesso.
L’evidenza di un aumento della dispersione implicita – ovvero del numero di allieve e allievi che, pur rimanendo a scuola, non conseguono i livelli di apprendimento attesi – è stimolo per una riflessione su come superare questo divario, anche cogliendo e rafforzando competenze educativo-formative che sempre più dimostrano il loro peso nei processi di apprendimento e sugli esiti che ne conseguono, come le competenze digitali.
I risultati positivi riportati in questo ambito dal campione di studenti del secondo anno di Scuola secondaria di secondo grado sono sicuramente interessanti per apprezzare, e di conseguenza per riflettere, sulla capacità crescente della nostra Scuola di promuovere competenze chiave per la cittadinanza digitale, fondamentali per lo sviluppo personale e sociale.
Le luci non nascondono o mitigano le ombre che il sistema Scuola presenta e alle quali proprio l’oggettività dei dati consente di dare una rappresentazione reale. Il divario tra gli esiti conseguiti nei diversi territori, l’andamento longitudinale degli esiti di apprendimento, le comparazioni che le Rilevazioni rendono possibili non limitano il loro valore alla constatazione di successi non raggiunti.
A partire da questi stabiliscono invece direttrici da percorrere per assolvere all’impegno di innovare proprio del processo di educazione-formazione-istruzione, accogliendo le sfide del presente in una prospettiva aperta al futuro, nella quale espressioni quali qualità dell’insegnamento, formazione del personale, cooperazione tra attori sociali diversi, giocano un ruolo di primo piano per costruire un’offerta formativa sempre più ricca e interessante, equa e inclusiva.
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