La Scuola alla ricerca dell’equità
La prospettiva offerta dai Risultati INVALSI 2021

L’istruzione ricopre un ruolo fondamentale nelle prospettive di integrazione e successo nel mercato del lavoro degli studenti. Rappresenta un elemento chiave nello sviluppo dell’individuo, riconosciuto anche dalle Nazioni Unite che hanno inserito la garanzia di un’istruzione equa e inclusiva per tutti tra i Traguardi dello Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030.

Ma quanto incide l’ambiente di provenienza sulle competenze e sulle possibilità di successo degli allievi?

A che punto siamo nel percorso verso l’annullamento delle disuguaglianze educative?

Equità ed educazione oltreconfine

Se è vero che le iniquità educative rappresentano un problema in molti Paesi del mondo, sembra anche che in Italia il percorso sia più lungo e accidentato rispetto ad altre nazioni.

Nel Rapporto sulla Mobilità Sociale 2020 costruito sulla base dell’Indicatore ESCS (che permette di isolare l’impatto del fattore socioeconomico sui risultati ottenuti dagli studenti a Scuola) il nostro è indicato come un Paese caratterizzato da bassa mobilità sociale, con il punteggio di 67,4, che ci posiziona al 34mo posto della classifica.

L’Italia risulta tra i Paesi con una forte influenza diretta delle origini familiari sul successo occupazionale dei figli. Misure di unfair inequality collocano l’Italia tra i Paesi in cui la distribuzione del reddito si discosta maggiormente da quella che risponde a criteri di uguaglianza di opportunità e di libertà dalla povertà.

Istruzione, reddito e ricchezza: la persistenza tra generazioni in Italia (L. Cannari, G.D’Alessio)

Se alziamo lo sguardo oltreconfine, vediamo che il problema delle iniquità nel mondo della Scuola non ha bandiere.

In tutti i 79 Paesi ed Economie che hanno partecipato all’indagine OCSE PISA 2018, lo status socio-economico di provenienza ha avuto una forte influenza sui risultati ottenuti.

Nella Prova di Lettura, ad esempio, il 10% degli allievi con un background più favorevole ha ottenuto un punteggio medio più alto di 141 punti rispetto al 10% degli studenti con una situazione di provenienza più fragile: una differenza pari a più di tre anni di scuola.

Le disuguaglianze legate allo status familiare degli studenti, inoltre, incidono inevitabilmente anche sulla loro motivazione ad apprendere:

Molti studenti che hanno ottenuto risultati elevati hanno ambizioni inferiori a quanto ci si aspetterebbe sulla base del loro rendimento scolastico, soprattutto tra gli studenti con livello alto di rendimento che sono svantaggiati dal punto di vista socio-economico

OCSE PISA 2018

La situazione in Italia

Nel nostro Paese, il diritto allo studio per tutti è sancito dalla Costituzione, che all’art. 34 asserisce:

I capaci e i meritevoli, anche privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

Un diritto, quindi, pienamente affermato sulla carta, ma che fatica ancora a essere garantito nella vita reale.

I dati raccolti dall’ultima Rilevazione INVALSI immortalano questa situazione: in tutti i gradi scolastici, si impara di più o di meno a seconda delle condizioni familiari di partenza, della scuola e della classe frequentate.

Dai Risultati INVALSI 2021

Roberto Ricci, neopresidente INVALSI, è intervenuto il 28 luglio 2021 durante i lavori della XI Commissione (lavoro pubblico e privato) della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove diseguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro e, attraverso la lettura dei dati ottenuti dalle Prove INVALSI 2021, ha così delineato la sfida davanti a cui si trova oggi la Scuola italiana:

Uno dei temi principali delle Rilevazioni del 2021 era il confronto con il 2019, ossia l’anno precedente alla pandemia. Guardando alla Scuola primaria, gli esiti non cambiano in modo sostanziale rispetto al 2019, ma questo significa anche che i problemi sono rimasti invariati (…) e sono fondamentalmente riconducibili al problema delle grosse differenze esistenti tra le scuole e tra le classi.
Un indicatore, questo, che negli studi di settore è legato a potenziali fenomeni di ineguaglianza, nel senso di diverse opportunità formative per la popolazione scolastica a seconda delle classi o scuole in cui gli studenti sono ospitati.

Un altro elemento (da considerare) è che le piccole differenze che si riscontrano nella Scuola primaria si amplificano poi nei gradi successivi.

La fotografia offerta dai Risultati INVALSI 2021

A livello nazionale gli studenti che non raggiungo risultati adeguati, ossia non in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali sono:

  • Italiano: 39% (+5 punti percentuali rispetto sia al 2018 sia al 2019)
  • Matematica: 45% (+5 punti percentuali rispetto al 2018 e +6 punti percentuali rispetto al 2019)
  • Inglese Reading (A2): 24% (-2 punti percentuali rispetto al 2018 e +2 punti percentuali rispetto al 2019)
  • Inglese Listening (A2): 41% (-3 punti percentuali rispetto al 2018 e +1 punto percentuale rispetto al 2019)
La Scuola alla ricerca dell’equità. La prospettiva offerta dai risultati INVALSI 2021

I risultati INVALSI 2021 per livello socio-economico-culturale

In tutte le materie, le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli.

Inoltre, si registra una diminuzione della quota di studenti con risultati più elevati tra quelli più svantaggiati, i cosiddetti allievi resilienti. Durante l’audizione, Roberto Ricci ha così contestualizzato queste flessioni:

Purtroppo sembra che la pandemia, e quindi forti e lunghe interruzioni della didattica in presenza, abbiano in un certo qual modo tolto forza a questo tipo di allievi, che sono quelli per i quali la Scuola ha maggior peso, perché riesce a contrastare lo svantaggio dal quale questi ragazzi partono.

Un altro aspetto sul quale concentrare l’attenzione messo in evidenza nell’Audizione alla Camera riguarda la mancata eterogeneità nella composizione delle classi e delle scuole.

La differenza aumenta in modo considerevole soprattutto tra le classi e questo purtroppo (rappresenta) un indicatore tipico di processi, per usare un eufemismo, di raggruppamento degli studenti nelle classi (a seconda) dei risultati più o meno buoni.

Questo credo che potrebbe essere un elemento di riflessione, perché prevenire fenomeni di questo genere è tecnicamente piuttosto semplice e a costo zero. (…) È del tutto evidente che stiamo parlando di problemi aggravati ma preesistenti e, come sempre avviene in situazioni di shock negativo, chi si affaccia a quello shock in condizioni di maggiore fragilità, ne risente maggiormente rispetto agli altri.

Roberto Ricci

Sebbene nel contesto di dati non positivi e trend che devono necessariamente incontrare un’inversione di marcia, la situazione fotografata dai dati INVALSI ci consegna evidenze da leggere con fiducia e degli spunti di riflessione utili per le scelte programmatiche del prossimo futuro.

Uno su tutti: la Scuola fa la differenza.

È importante poter erogare il servizio scolastico in tutte le sue potenzialità, (perché, considerati) gli impatti molto differenziati in base alle caratteristiche di provenienza degli allievi, la Scuola conta – e come se conta! – nel fare la differenza.

Roberto Ricci
Approfondimenti

Se hai trovato interessante questo contenuto puoi iscriverti alla newsletter mensile di INVALSIopen per ricevere via mail i nostri aggiornamenti.

Voglio ricevere gli aggiornamenti di INVALSIopen


Seguici sui nostri canali social

 

® INVALSI – Via Ippolito Nievo, 35 – 00153 ROMA – tel. 06 941851 – fax 06 94185215 – c.f. 92000450582 | CookiesPrivacy PolicyPhoto Credits

 

logo PON