In questa conversazione con Roberto Ricci, Tommaso Agasisti – Professore ordinario al Politecnico di Milano – affronta il delicato tema della dispersione scolastica partendo da una prospettiva quanto mai interessante e preziosa nella sfida all’insuccesso scolastico.
Il delicato tema della dispersione scolastica è stato più volte al centro delle riflessioni proposte su INVALSIopen. L’abbandono precoce degli studi si lega infatti a una condizione di povertà educativa che si associa a minori possibilità per i giovani di inserirsi nel mondo del lavoro e a un più alto rischio di marginalità.
Ma è possibile prevedere l’insuccesso, già dalla scuola primaria, per ridurre e se possibile eliminare questo fenomeno?
E quali fattori possono favorire oppure ostacolare nel tempo il progredire del rendimento scolastico?
Sono questi gli interrogativi ai quali il Prof. Agasisti e il suo gruppo di lavoro hanno dato interessanti risposte attraverso un lavoro di ricerca che ha coinvolto un numero rilevante di allievi – oltre 278.000 – i cui risultati scolastici sono stati seguiti utilizzando il database INVALSI dalla classe Seconda primaria alla terza Secondaria di primo grado.
Osservare i cambiamenti intervenuti nel tempo nel percorso di apprendimento degli allievi offre una visione ampia dei processi che influiscono positivamente o meno sui percorsi scolastici, facendo emergere l’azione di fattori ulteriori a quelli più noti, come per esempio la composizione del gruppo classe.
Le risposte che i dati permettono di dare alle domande di partenza aprono a livello formativo, sociale, politico e scientifico prospettive e responsabilità forti, basate sulla consapevolezza che
non occorre attendere il fallimento per agire: la prevenzione può essere guidata da strumenti di analisi dei dati già disponibili e utilizzabili in modo responsabile.
È proprio la disponibilità di informazioni realistiche come quelle raccolte attraverso le Rilevazioni nazionali a indicare in modo chiaro la necessità di
dotare scuole, dirigenti e insegnanti di strumenti predittivi e diagnostici per identificare gli studenti a rischio il prima possibile […] con un approccio non deterministico, che non etichetti gli studenti ma permetta di offrire opportunità di supporto personalizzato. L’obiettivo non è quello di classificare gli studenti, bensì quello di intervenire tempestivamente e con efficacia.
L’insuccesso scolastico quindi
non è un destino inevitabile, ma un fenomeno che si può prevedere, monitorare e contrastare. Farlo è una responsabilità collettiva (della scuola, delle famiglie, delle istituzioni) e oggi, grazie all’analisi dei dati e alla ricerca scientifica, abbiamo strumenti migliori per affrontarla.
Approfondimenti
- Dai test INVALSI una traccia per prevedere gli insuccessi
- Risky decline? Exploring the determinants of pupil’s proficiency development over time
- Prevedere l’insuccesso scolastico per prevenirlo: uno studio sui percorsi di apprendimento degli studenti italiani
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