Le diseguaglianze che non si vedono senza dati per tutti

Attraverso i dati INVALSI è possibile conoscere quanti studenti dell’ultimo anno di Scuola secondaria di secondo grado escono dalla scuola senza aver acquisito le competenze fondamentali, sebbene siano stati promossi.
Questa forma di dispersione scolastica è stata definita implicita, o nascosta, e dai risultati INVALSI 2021 sembra che la pandemia abbia fatto aumentare ancora di più questo fenomeno all’interno della scuola italiana rispetto al periodo pre-Covid.

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La pandemia potrebbe avere aggravato il problema della dispersione scolastica, soprattutto nelle sue componenti più difficili da individuare e quantificare perché più sotterranee.

Attraverso i dati INVALSI 2021 su base censuaria, quella cioè che comprende tutti gli studenti italiani che partecipano annualmente alle Rilevazioni nazionali, è possibile individuare i ragazzi che al termine della scuola superiore non hanno raggiunto le competenze fondamentali e  quindi corrono seriamente il rischio di avere prospettive di inserimento nella società e nel lavoro ridotte.

Questa forma di dispersione scolastica, definita implicita o nascosta, è un fenomeno complesso e articolato che può derivare da diverse cause e fattori.

Con la pandemia sono aumentati i dispersi impliciti…

Analizzando i risultati delle Prove INVALSI si osserva che nel 2021 in Italia il 9,5% degli studenti termina la Scuola secondaria di secondo grado con competenze di base decisamente inadeguate, 2,5% punti in più rispetto al 2019.

Crescono anche le differenze territoriali della percentuale di dispersione implicita, con un valore che parte da 2,6% per il Nord, raggiunge l’8,8% al Centro fino ad arrivare al 14,8% nel Mezzogiorno, 12,2 punti in più rispetto alle regioni del Nord Italia.

Alcune regioni del Mezzogiorno però hanno una percentuale di dispersi impliciti decisamente più alta rispetto alla media nazionale e al resto delle regioni italiane; Calabria, Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna, Basilicata e Abruzzo. Solamente in Valle d’Aosta, Piemonte, Prov. Aut. di Trento, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Basilicata il fenomeno si sta riducendo.

…ma anche quelli totali

Volendo valutare la dispersione scolastica nel suo insieme si devono sommare questi dati a quelli forniti dall’ISTAT sulla dispersione esplicita.

A causa della pandemia anche la dispersione totale è aumentata notevolmente. Se si sommano i dati degli ELET - Early Leaving from Education and Training - e quelli sulla dispersione implicita emerge infatti che il 23% dei giovani della fascia d’età 18-24 anni ha lasciato la scuola prima di effettuare l’esame di Stato, oppure l’ha terminata senza acquisire competenze di base minime (nel 2019 erano il 22,1%).

Questo significa che quasi uno studente su quattro ha abbandonato la scuola o l’ha terminata senza acquisire le competenze di base minime.

Ma chi sono gli studenti che rimangono indietro?

Attraverso l’indice ESCS, un parametro utilizzato a livello internazionale per definire lo status socio economico e culturale della famiglia di provenienza, è possibile analizzare questi dati confrontandoli con il contesto sociale entro il quale sono stati ottenuti.

Attraverso i dati INVALSI di quest’anno scolastico si osserva che la dispersione implicita è aumentata maggiormente per gli studenti che provengono da ambienti meno avvantaggiati.

Se nel 2019 il 7,3% degli studenti con un ESCS sotto la media è uscito dalla scuola senza le competenze minime richieste, nel 2021 questo fenomeno è aumentato di 5 punti percentuali, arrivando al 12,3%.

Senza i dati INVALSI alcuni fenomeni rimarrebbero nascosti

Grazie alle Prove INVALSI è possibile quindi far luce su un fenomeno preoccupante che rischia di rimanere fuori dalle statistiche ufficiali.

Questi giovani, che conseguono il titolo di scuola superiore, ma senza avere raggiunto le competenze fondamentali previste, rappresentano un’emergenza per il Paese.

Poter individuare, numericamente e geograficamente, chi sono i giovani che ricadono nella categoria dispersione implicita significa poter pianificare azioni di supporto in modo da ridurre le difficoltà che si troveranno ad affrontare non solo nello studio ma per il resto della vita.

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