Esiste un gender gap in Matematica?


Le ragazze vanno meglio in Italiano e i ragazzi vanno meglio in Matematica.

Prima di domandarci perché sia così, dovremmo chiederci se questa affermazione corrisponda al vero. E il modo migliore per trovare una risposta è guardare ai dati delle rilevazioni nazionali e internazionali.

Il gender gap in Matematica

Il Rapporto INVALSI 2019 ci dice che il gender gap in Matematica esiste e aumenta con il progredire della scolarità, con un divario crescente dalla scuola primaria alle classi successive e che è comunque sempre a favore dei maschi.

Riflessioni sui dati nazionali

Sembra dunque che effettivamente esista un divario di genere in Matematica a favore dei maschi. Ma sarebbe un errore non considerare nell’analisi di questo andamento, che appare sempre presente nel corso dell’iter scolastico, una serie di fattori piuttosto interessanti che sembrano influenzare i risultati.

I Rapporti INVALSI 2018 e 2019 hanno rilevato, tra le altre cose, che le domande a scelta multipla favoriscono i ragazzi, mentre le domande a risposta aperta favoriscono le ragazze.

Inoltre hanno evidenziato che le donne mostrano un livello di ansia maggiore nei confronti della Matematica, mentre gli uomini sono favoriti dalla somministrazione al computer rispetto a quella su carta.

I due rapporti dicono anche che nella scuola superiore, a seconda del tipo di indirizzo e quindi anche del variare del numero di ore di insegnamento di Italiano e Matematica, c’è una prevalenza di popolazione o maschile o femminile.

L’origine del divario

Esiste una predisposizione genetica di genere per la matematica? 

Secondo uno studio recente – pubblicato dalla rivista Science of Learning da studiosi di neuroscienze delle statunitensi Università di Chicago, Rochester e Pittsburgh – non ci sono evidenti differenze nel modo in cui il cervello elabora i processi matematici tra i due generi.

Dobbiamo allora guardare al contesto per spiegarci questo gap?

Può darsi. Anche considerando che, come sostengono alcuni studiosi parlando di self-belief of efficacy, la percezione del livello della propria autoefficacia – cioè le convinzioni di ciascuno circa le proprie capacità – non è quasi mai basata su una valutazione effettiva delle proprie potenzialità, ma è piuttosto una lettura delle proprie potenzialità attraverso l’esperienza e il contesto sociale e culturale.

A forza di sentir dire che le femmine non sono portate per la Matematica, questa potrebbe essere diventata una profezia che si autoavvera?

E in questa chiave si potrebbe interpretare la minore presenza di popolazione femminile negli indirizzi scolastici scientifici, oppure  il fatto che le donne vadano più in ansia davanti a un esame di Matematica.

Per una panoramica più approfondita può essere opportuno uscire dai confini della scuola italiana e confrontarci con i dati internazionali per vedere, ad esempio, come se la cavano le ragazze all’estero in questa materia.

Il divario di genere nell’Indagine OCSE PISA

I dati OCSE PISA – l’indagine internazionale che misura le competenze dei quindicenni in Lettura, Matematica e Scienze in vari Paesi del mondo – mostrano un andamento simile al nostro rispetto al gender gap, come per esempio il fatto che il divario a favore dei maschi in Matematica va aumentando ai gradi più alti.

Il grande numero di Paesi che partecipano alle indagini OCSE PISA ci permette di acquisire altre informazioni interessanti, come il fatto che nei pochi Paesi in cui si ha in Matematica un gap di genere a favore delle ragazze non si trova però un maggior numero di ragazze nei livelli alti, ma si ha invece un maggior numero di ragazzi nel livello più basso. 

Confrontando i numeri dell’ultimo rapporto OCSE PISA 2018 la media italiana in Matematica non si discosta molto dalla media degli altri Paesi (487 contro 489). Se però andiamo a vedere le differenze di genere, notiamo un aumento del divario: la media OCSE per il gap in Matematica è di 5 punti a favore dei maschi, mentre in Italia è di 16 punti.

Questo si verifica soprattutto nelle fasce medio-alte dei punteggi, mentre le percentuali dei cosiddetti low performers, cioè degli studenti che non raggiungono il livello minimo di competenza, sono simili tra maschi e femmine.

Un altro aspetto che viene evidenziato dal rapporto è che tra gli studenti con alto rendimento in Matematica o Scienze circa un ragazzo su quattro in Italia prevede di lavorare come ingegnere o di svolgere una professione in ambito scientifico, mentre solo una ragazza su otto si aspetta di farlo.

Per contro, circa una studentessa su quattro pensa di lavorare in professioni sanitarie, ambito nel quale solo uno studente su nove pensa di impegnarsi.

Infine, solo il 7% dei ragazzi e quasi nessuna ragazza in Italia immagina di lavorare nelle professioni legate alle TIC (Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione).

Il gender gap nell’Indagine IEA TIMSS

Altri dati interessanti sulle disuguaglianze di genere nelle scuole vengono dagli studi TIMSS – Trends in International Mathematics and Science Study della IEA, che ha analizzato i trend dei ragazzi di quarta primaria (grado 4) e terza secondaria di primo grado (grado 8) in Matematica e Scienze nell’arco di 20 anni. Tra i vari aspetti che analizza c’è anche il gender gap.

Nello studio TIMSS del 1995 le differenze di genere in Matematica erano generalmente piccole o trascurabili sia al grado 4 che al grado 8. Tuttavia alcuni Paesi facevano eccezione e in questi casi erano sempre i ragazzi ad avere i risultati migliori, specialmente al grado 8, anche se le differenze erano più marcate in Scienze rispetto alla Matematica.

TIMSS 2015 ci restituisce un numero di Paesi con il gap di genere molto minore rispetto al 1995. Inoltre nel 2015 troviamo alcuni Paesi dove le ragazze hanno superato i ragazzi, anche se principalmente questo si verifica in Scienze.

Tuttavia va sottolineato come in tutti i Paesi che hanno partecipato a entrambe le indagini al grado 4 le femmine non abbiano mai ottenuto risultati significativamente migliori rispetto ai ragazzi in Matematica. E al grado 8 solo a Singapore, che già nel 1995 aveva risultati uguali tra i due generi, le ragazze hanno superato i ragazzi in Matematica (di 9 punti).

Esiste un gender gap in Matematica?
Le differenze di genere nei risultati IEA TIMMS, confronto tra 1995 e 2015

Nel 2015 al grado 4, i ragazzi hanno superato le ragazze in Matematica in 18 Paesi (circa un terzo dei partecipanti), leggermente di più che del 1995. Tuttavia nel 2015 ci sono stati anche otto Paesi (circa un sesto) in cui le ragazze hanno superato i ragazzi e la differenza media dei risultati (18 punti) è ben più alta in questi Paesi rispetto a quelli in cui i ragazzi hanno ottenuto un punteggio più alto (9 punti).

Esiste un gender gap in Matematica
Differenze di genere nei risultati IEA TIMMS nel 2015

Qualche considerazione

I dati INVALSI, così come i dati di tutti i Paesi OCSE PISA ci dicono che il gender gap nei risultati in Matematica è più ampio rispetto a quanto si verifica per la lettura, che invece vede le ragazze in vantaggio. Tuttavia è il gap in Matematica a destare maggiore interesse.

Questa attenzione è dovuta al fatto che il divario a svantaggio delle ragazze e la sua genesi sembrano avere importanti ricadute e implicazioni sulla scelta dell’orientamento scolastico e universitario.

La scuola, che ha il compito di garantire uguali possibilità di apprendimento per tutti gli studenti, dunque deve operare per cercare di ridurre il divario di genere.

Intervenire per l’istituzione scolastica risulta però molto difficile, soprattutto se i condizionamenti degli stereotipi agiscono ancora prima dell’ingresso a scuola, nel contesto extra-scolastico.

Ancora di più questi condizionamenti sono forti quando si ha a che fare con stereotipi impliciti, cioè con quei comportamenti discriminatori socialmente condivisi e assunti in buona fede nell’ambiente di vita, che le stesse ragazze e gli stessi ragazzi assumono inconsapevolmente e che perciò non percepiscono come discriminatori.

Per cambiare c’è bisogno quindi di uno sforzo da parte di istituzioni e società, anche al di fuori del mondo della scuola, affinché il gap di genere venga ridotto quanto più possibile.

Una scuola che si muove in un contesto più giusto, troverà le condizioni favorevoli per raggiungere quella equità che deve garantire a tutti i ragazzi.


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