Le disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana

Save The Children ha pubblicato Alla ricerca del tempo perduto, un rapporto con i risultati di un’indagine che vuole mostrare la relazione tra disuguaglianze di offerta sui territori e esiti scolastici.

Le disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana

Il rapporto Alla ricerca del tempo perduto. Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi analizza i dati e le informazioni provenienti da diverse fonti – tra cui l’INVALSI – per fornire spunti di riflessione sulla Scuola italiana, focalizzandosi in particolare sulle disuguaglianze che inevitabilmente influenzano i risultati conseguiti dagli alunni.

Il documento si articola in tre parti: inizia con un focus sulle disuguaglianze, prosegue con delle proposte per il rilancio della scuola e si conclude con le testimonianze di alunni e docenti.

Vediamo insieme gli aspetti salienti dell’Indagine di Save The Children.

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Dalla dispersione scolastica alle difficoltà nell’inserimento lavorativo

L’analisi effettuata dai ricercatori di Save The Children illustra una situazione non confortante e nemmeno inedita. Le problematiche da affrontare non sono poche e le differenze tra i vari territori sono notevoli.

La quota degli Early School Leavers nel 2021 ha raggiunto il 12,7%, con valori più alti nelle regioni del Sud e con un picco del 21,1% in Sicilia.

Più di uno studente su 10 interrompe quindi il percorso scolastico prematuramente. A coloro che terminano gli studi in anticipo vanno aggiunti gli alunni che invece arrivano al traguardo ma senza raggiungere gli obiettivi previsti.

Come il Rapporto INVALSI 2022 ha sottolineato,

la dispersione implicita al termine della Secondaria di secondo grado a livello nazionale raggiunge il 9,7%, con percentuali diverse nelle varie regioni e con il picco del 19,8% in Campania.

Ciò vuol dire che un alunno su 10 si diploma ma ha le stesse competenze di chi abbandona la scuola al termine della terza media.

Ragazzi non preparati hanno poi difficoltà sia all’università sia nell’inserimento lavorativo. In Italia abbiamo già il numero più alto di NEET in Europa, cioè i ragazzi tra i 15 e i 29 anni non inseriti in alcun percorso lavorativo, di istruzione o di formazione.

Se non si riuscirà a intervenire riducendo la dispersione scolastica, in futuro potremmo avere un elevato numero di cittadini non in grado di partecipare attivamente alla vita comunitaria.

Intervenire sui servizi educativi

Nella ricerca di possibili soluzioni alla dispersione e alla povertà educativa, i ricercatori di Save The Children hanno inoltre analizzato anche alcuni indicatori strutturali della Scuola, come la presenza di mensa scolastica e tempo pieno, palestra e certificato di agibilità. È emersa una correlazione positiva tra la qualità dell’offerta in termini di strutture e tempo e il livello di apprendimento conseguito.

Mettendo a confronto le 10 province italiane aventi gli indici di dispersione implicita più bassi e più alti, si può constatare come nei territori con meno dispersi impliciti nella Primaria gli alunni hanno a disposizione:

  • una maggiore offerta di tempo pieno
  • un maggior numero di mense
  • un maggior numero di palestre
  • più scuole dotate di certificato di agibilità

Questa relazione appare ancora più rilevante se si considerano gli allievi con un backgroung socioeconomico meno florido. Il Rapporto INVALSI sottolinea infatti che questi ultimi sono maggiormente a rischio di dispersione implicita: un ESCS più basso comporta minori risorse in famiglia e sul territorio.

Una Scuola con più servizi educativi può però offrire maggiori opportunità anche agli alunni svantaggiati, ad esempio garantendo una migliore alimentazione con la mensa scolastica e spazi di socialità e relazione con le palestre.

Dove i ragazzi e le famiglie affrontano maggiori difficoltà economiche c’è bisogno di un’offerta educativa più ricca. Per questo Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, auspica

un investimento straordinario che parta dalla attivazione di aree ad alta densità educativa nei territori più deprivati, in modo da assicurare asili nido, servizi per la prima infanzia, scuole primarie a tempo pieno con mense, spazi per lo sport e il movimento, ambienti scolastici sicuri, sostenibili e digitali.

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