Il cyberbullismo, così come il bullismo, si caratterizza per le condotte violente – di tipo verbale, fisico e sociale – messe in atto intenzionalmente e ripetute nel tempo per colpire persone ritenute più deboli. L’innesco all’aggressione può derivare da molteplici ragioni: l’etnia, il genere o l’identità di genere, la religione, la condizione economica o la realtà familiare.
Ma bullismo e cyberbullismo sono poi così diversi?
Quali sono le fasce di età più interessate da queste forme di aggressività e come può intervenire la scuola per reagire e soprattutto prevenire?
Similitudini e differenze
Nel cyberbullismo, come nel bullismo, si ha uno squilibrio nella relazione tra aggressore e aggredito.
La vittima vive una sofferenza le cui conseguenze sono diverse a seconda del genere, della durata dell’aggressione e della sua profondità, ma anche dalla presenza o meno di una rete di sostegno alla quale la vittima può rivolgersi a scuola, in famiglia o sul territorio.
La trasposizione sul web delle dinamiche tipiche del bullismo modifica e amplifica il fenomeno, rendendolo però ancora più difficile da cogliere.
La rete, infatti, fa sentire il bullo protetto dall’anonimato, mentre la vittima è privata di quella possibile empatia che potrebbe scaturire da un contatto diretto con il suo stesso aggressore o con chi assiste alle aggressioni.
Lo stesso anonimato può avere anche un altro effetto, quello cioè di far sì che la vittima si trasformi a sua volta in bullo, godendo di quella protezione che ha visto funzionare per il suo aggressore.
Bullismo | Cyberbullismo |
Sono coinvolti solo gli studenti della classe e/o della scuola | Possono essere coinvolti ragazzi e adulti di tutto il mondo |
In genere può diventare un bullo chi ha un carattere forte, capace di imporre il proprio potere | Chiunque, anche chi è vittima nella vita reale, può diventare cyberbullo |
I bulli sono studenti, compagni di classe o di scuola, che la vittima conosce | I cyberbulli possono essere anonimi e incoraggiare altri “amici” anonimi a partecipare all’azione aggressiva, in modo che la vittima non sappia con chi sta interagendo |
Le azioni di bullismo vengono raccontate ad altri studenti della scuola in cui sono avvenute, sono circoscritte ad un determinato ambiente | Il materiale utilizzato per azioni di cyberbullismo può essere diffuso senza limiti spazio-temporali |
Le azioni di bullismo avvengono durante l’orario scolastico o nel tragitto casa-scuola, scuola-casa | Le comunicazioni aggressive possono avvenire in ogni momento, senza limiti di spazio e tempo |
Le dinamiche scolastiche o del gruppo classe possono limitare le azioni aggressive | I cyberbulli hanno ampia libertà nel poter fare online ciò che non potrebbero fare in situazione reale |
Il bullo ha bisogno di dominare attraverso il contatto diretto con la vittima | Il cyberbullo si percepisce come invisibile per azioni che si nascondono dietro la tecnologia |
Le reazioni da parte della vittima sono evidenti e visibili dal bullo | L’assenza di reazioni visibili da parte della vittima non consentono al cyberbullo di vedere gli effetti delle proprie azioni |
Il bullo tende a sottrarsi da responsabilità attribuendo alle azioni di violenza il significato di scherzo | Si ha uno sdoppiamento, con l’attribuzione delle conseguenze delle proprie azioni al “profilo utente” creato |
Quanto sono estesi i fenomeni
Definire in termini numerici cyberbullismo e bullismo non è semplice, proprio per il carattere sfuggente delle loro manifestazioni e per il modo diverso in cui gli stessi protagonisti interpretano gli atti violenti, compiuti o ricevuti. O anche per il modo in cui li legge l’ambiente in cui si verificano.
Si può intanto dire che atti di bullismo e cyberbullismo interessano soprattutto tre fasce di età e che coinvolgono con maggiore frequenza i ragazzi di 11-13 anni, cioè gli studenti della Scuola secondaria di primo grado, e colpiscono soprattutto le ragazze.
Il bullismo e il cyberbullismo decrescono all’aumentare dell’età; questo andamento si evidenzia anche se si considerano le proporzioni dei giovani che dichiarano di aver subito atti di bullismo e di coloro che dicono invece di non averlo mai compiuto.
È probabile che questo quadro in cui i giovanissimi appaiono come i più interessati dalle azioni aggressive – in presenza come in rete, dal momento che i due fenomeni sono molto simili e sovrapponibili – sia dovuto all’uso sempre più anticipato degli smartphone e alla possibilità offerta dalla rete di mascherare la propria identità, aggirando così i divieti che interessano gli under 13.
I dati di alcune indagini su questo problema mettono in luce come, diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, la classe sociale di appartenenza – misurata con il FAS, Family Affluence Scale – incida relativamente poco sull’andamento del fenomeno nelle fasce d’età osservate.
Agire per prevenire e contrastare
Se è vero che il cyberbullismo supera i confini delle mura scolastiche è tuttavia la scuola il luogo migliore in cui progettare e gestire azioni educativo-formative di prevenzione e contrasto a questo tipo di comportamenti aggressivi, in presenza come in rete, che possono essere la porta d’accesso per l’abbandono scolastico e lo sviluppo di comportamenti a rischio.
È qui infatti, dove i ragazzi trascorrono tante ore della loro giornata e costruiscono relazioni significative con adulti e pari, che si possono condurre progetti di formazione secondo un approccio globale e di equità, integrando i percorsi curricolari con lo sviluppo di quelle competenze fondamentali indispensabili per una buona qualità di vita personale e sociale.
Ciò richiede uno sforzo nel quale coinvolgere la comunità scolastica nelle sue diverse componenti e le famiglie.
È un impegno che si dirama in diverse direzioni, tutte ugualmente importanti, e che richiede di:
- collaborare per realizzare programmi di educazione e sensibilizzazione sull’utilizzo sicuro di Internet
- favorire un clima positivo basato su relazioni interpersonali costruttive
- creare un clima accogliente in classe, favorendo ascolto, dialogo, partecipazione attiva e relazioni positive tra compagni
- promuovere la capacità di comunicare in modo costruttivo il proprio pensiero
- gestire le relazioni interpersonali adottando comportamenti non prevaricanti o aggressivi, rispettosi delle diversità, di ogni diversità
Approfondimenti
- Health Behaviour in School-aged Children
- Cyberbullying and Student Learning. An Analysis of Student Achievement in Eighth Grade Using TIMSS 2019 Data
- Indagine HBSC 2022: convegno nazionale 8 febbraio 2023
- Indagini IEA 2015 TIMSS VIII anno di scolarità: sintesi dei risultati degli studenti italiani in matematica e scienze
- Bullismo e cyberbullismo
- Contrastare il bullismo e cyberbullismo a Scuola: la Piattaforma ELISA
- Le buone pratiche per contrastare l’abbandono scolastico
- Il rapporto tra i giovani e la scuola nell’Indagine HBSC 2022
- Tempi Digitali. La Quarta Rivoluzione secondo Save the Children
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