Crescere senza distanza

Cosa ci insegnano le esperienze dei ragazzi con patologie croniche sull’apprendimento a distanza

Un progetto di ricerca italiano ha raccolto le testimonianze e i suggerimenti sulla scuola a distanza di bambine e bambini ospedalizzati o assistiti a domicilio, delle loro famiglie e insegnanti. Ne è nato un protocollo condiviso di raccomandazioni, sperimentato in alcune scuole, per facilitare la didattica a distanza durante la pandemia Covid-19.

Crescere senza distanza

È efficace la didattica a distanza per un bambino ospedalizzato? 
Come si gestiscono le lezioni nella Scuola in ospedale?

Come valutare gli apprendimenti e come ci si relaziona con i bambini malati anche nelle fasi successive al ricovero? 

Il tema è delicato e complesso. Eppure, è proprio da queste esperienze così difficili che è stato possibile trarre buone pratiche per il contrasto della dispersione educativa nell’apprendimento a distanza che la pandemia ha fatto esplodere come emergenza educativa.  

Crescere senza distanza: la lezione dei bambini in ospedale e più fragili

C’è molto da imparare in tema di didattica a distanza e inclusività dai bambini e dalle bambine ospedalizzati o assistiti a domicilio per i quali la Scuola a distanza non è una novità degli ultimi mesi.

Un progetto di ricerca italiano, promosso dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Istruzione e dalla ONLUS Con i Bambini e realizzato da Fondazione Zancan ne ha raccolto le testimonianze e le esperienze.

Della ricerca, dal titolo Crescere senza distanzaCosa ci insegnano le esperienze dei ragazzi con patologie croniche sull’apprendimento a distanza per contrastare la povertà educativa durante la pandemia, è stato di recente presentato il report finale.

L’obiettivo del progetto è stato cercare risposte da estendere anche ad altri contesti educativi formali e informali.

La pandemia ha infatti reso le difficoltà legate alla lontananza fisica da Scuola un problema sentito da tutti gli studenti.

In questo contesto, le esperienze della Scuola in ospedale si sono rivelate prassi utili nell’ambito di un protocollo condiviso per facilitare la didattica a distanza.

L’emergenza sanitaria ha portato ad una sostanziale perdita di capitale affettivo, relazionale, educativo. Prima del lockdown questa esperienza riguardava bambini e ragazzi con patologie acute e croniche, dopo il lockdown, ha portato ad un vissuto esteso a tutti i ragazzi e in tutto il nostro paese.

Crescere senza distanza – Dal report finale

Le fasi della ricerca

La ricerca ha previsto 2 fasi di sviluppo.

Nella prima fase sono stati raccolti percorsi operativi, materiali e sussidi didattici utilizzati per la didattica a distanza in 7 centri di cura di malattie rare e croniche e di oncoematologia pediatrica.

Attraverso le interviste di approfondimento è stato possibile individuare alcuni fattori che facilitano o ostacolano la didattica a distanza secondo l’esperienza di insegnanti, operatori sanitari, studenti e genitori.

In particolare, sono emersi criticità e punti di forza relativi a:

  • La motivazione degli alunni e la relazione alunno-insegnante
  • L’organizzazione e la gestione delle lezioni
  • La valutazione degli apprendimenti

Nella seconda fase del progetto il protocollo sperimentale di indicazioni, raccomandazioni e buone pratiche è stato condiviso in via sperimentale con un gruppo di 11 scuole: 5 primarie, 3 scuole secondarie di I grado, 4 secondarie di II grado.

Ciascuna delle scuole selezionate, distribuite da Nord a Sud, ha sperimentato, nell’ultima parte dello scorso anno scolastico, una delle 5 fasi in cui si struttura l’Arco Pedagogico del protocollo.

Figura: le 5 fasi dell'Arco pedagogico del protocollo sperimentale per la didattica a distanza Crescere senza distanza
Le 5 fasi dell’Arco Pedagogico sperimentato grazie al Progetto Crescere senza distanze

Non si tratta di uno schema fisso, ma di una mappa di orientamento per insegnanti e studenti in un momento estremamente difficile dell’educazione italiana, nel quale è fondamentale elaborare modelli per garantire l’accessibilità all’istruzione. 

  1. Conosco e capisco: la fase 1 si concentra sulle capacità possedute, le condizioni per arricchirle e svilupparle
  2. Prefiguro i traguardi possibili: nella fase 2 vengono scelti gli obiettivi di apprendimento come traguardi chiari, concreti e misurabili
  3. Scelgo e decidiamo: questa è la fase nella quale si realizza la condivisione degli impegni anche nell’ottica dei risultati attesi definiti nella fase precedente
  4. Faccio e facciamo: la fase 4 fa riferimento all’apprendimento come cooperazione, dove ogni individuo viene valorizzato nelle sue capacità componendo micro-sistemi di responsabilità e di capacità
  5. Verifico e valutiamo: l’ultimo step dell’arco pedagogico utilizza in modo complementare, ma mantenendole distinte, la verifica e la valutazione.

I risultati della ricerca 

Le interviste condotte nella fase 1 nei centri di cura, unite ai 3 questionari sulla didattica a distanza somministrati nelle scuole in sperimentazione hanno restituito una mappa di preziosi punti di vista e suggerimenti espressi dai protagonisti della Scuola a distanza: insegnanti, sanitari, professionisti, famiglie e, soprattutto, gli alunni.

I punti di vista dei ragazzi della Scuola in ospedale

Per quanto riguarda l’esperienza della Scuola a distanza in ospedale, i ragazzi intervistati:

  • Hanno valutato positivamente l’insegnamento individuale e personalizzato sia per quanto riguarda gli aspetti più legati all’apprendimento, sia per la motivazione e il supporto psicologico e per quanto riguarda gli impatti sulla relazione rapporto insegnante-alunno
  • In relazione alla didattica a distanza, hanno espresso commenti positivi sull’organizzazione più aperta e flessibile, sulla sua efficacia per gli studenti che hanno difficoltà ad esporsi davanti alla classe
  • Considerano fondamentali le strumentazioni tecnologiche, la connessione e la capacità degli insegnanti di utilizzarle con disinvoltura

I punti di vista degli studenti in didattica a distanza durante la pandemia

Per quanto riguarda gli alunni della Scuola a distanza che sono stati sottoposti al questionario nella Fase 2 del progetto:

  • Nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di I e II grado, la didattica a distanza è piaciuta poco o abbastanza. Solo 1 un bambino su 5 dichiara di averla apprezzata molto
  • Una quota maggioritaria di alunni dice di aver imparato cose nuove: l’86% nella secondaria di I grado e il 71% nella secondaria di II grado. Ma solo gli alunni delle scuole primarie indicano in maggioranza molto. Negli altri due ordini di scuola le risposte di concentrano per lo più sulla categoria abbastanza
  • Oltre la metà degli studenti, di tutte le età, ha trovato le lezioni a distanza più faticose 
  • La relazione è mancata molto in tutti e tre gli ordini di scuola: innanzitutto amici e compagni, ma anche gli insegnanti e altri aspetti della vita quotidiana scolastica

Come migliorare la didattica a distanza

Sia i ragazzi ospedalizzati che gli alunni delle scuole che sono entrate nella sperimentazione del progetto hanno suggerito, per il miglioramento della didattica a distanza, di:

  • migliorare la dotazione tecnologica e i collegamenti
  • facilitare chi non ha connessioni o dispositivi informatici adeguati
  • personalizzare la didattica e avere una relazione più presente e vicina con l’insegnante
  • privilegiare il lavoro di gruppo per compensare, almeno in parte, la perdita di socialità

Come ha dichiarato la Viceministra dell’Istruzione Anna Ascani in occasione della presentazione del progetto:

 Da questo progetto è emerso chiaramente ciò che abbiamo riscontrato con tutta evidenza nel periodo del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria in corso: la scuola è relazione e socialità.

Approfondimenti

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Foto in alto e grafica di: Crescere senza distanza

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