Le competenze degli adulti nell’Indagine OCSE PIAAC

Il Programme for the International Assessment of Adult Competencies è un programma internazionale finalizzato alla valutazione delle competenze della popolazione adulta. Vediamo come funziona e quali sono le principali evidenze emerse dal primo ciclo di indagine.

Le competenze degli adulti nell’Indagine OCSE PIAAC

Cos’è il Programma PIAAC

Il Programma PIAAC è un programma internazionale finalizzato alla valutazione delle competenze della popolazione adulta. Ideato dall’OCSE, organismo che valuta anche le competenze dei quindicenni, vede la partecipazione di molti Paesi del mondo, tra cui l’Italia. Nel nostro Paese l’indagine è curata dall’INAPP – Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche.

La finalità del PIAAC è definire una strategia di intervento sulle competenze degli adulti attraverso la raccolta di dati utili sia per finalità scientifiche sia per suggerire e realizzare azioni di policy efficaci per lo sviluppo e il mantenimento delle competenze degli individui.

Come funziona OCSE PIAAC

L’Indagine PIAAC misura le competenze possedute dagli adulti tra i 16 e i 65 anni e raccoglie informazioni su come gli adulti utilizzano le loro competenze a lavoro e nella vita quotidiana.

Le competenze possedute dagli adulti sono misurate tramite Prove cognitive sui domini di literacy, numeracy e problem solving.

Tramite un questionario strutturato sono raccolte anche informazioni che permettono di comprendere come gli adulti usino le competenze a lavoro, a casa e nella vita sociale.

PIAAC è concepito come studio a cicli ripetuti, con cadenza decennale.

Al primo ciclo dell’Indagine hanno preso parte 38 paesi, è stata la più grande indagine internazionale sulle competenze degli adulti mai realizzata.

Il secondo ciclo di PIAAC, attualmente in fase di realizzazione, vede ad oggi l’adesione di 34 Paesi.

L’Italia ha partecipato al primo ciclo – nel primo round svoltosi a cavallo tra il 2011 e il 2012 – e partecipa anche al secondo.

I risultati del primo ciclo di indagine

L’analisi dei dati del primo ciclo di indagine PIAAC sottolinea la presenza di un gap tra i partecipanti italiani e la media OCSE.

Le competenze di literacy e numeracy

Il punteggio medio degli adulti italiani nella literacy, le competenze alfabetiche, è di 250, inferiore ai 273 punti di media dei Paesi partecipanti.

Nella numeracy, le competenze matematiche, il campione italiano totalizza 247 punti, mentre a livello globale la media è di 269.

In entrambe le aree di indagine la maggioranza del campione italiano si colloca al livello 2, nella scala che va da al di sotto del livello 1 al livello 5. Siamo quindi mediamente al di sotto del livello 3, considerato il livello soglia per vivere e lavorare efficacemente.

A livello geografico le competenze del campione italiano variano da Nord a Sud:

  • i punteggi medi registrati nel Nord Est e al Centro risultano pari a quelli di molti Paesi OCSE
  • Il Sud e le Isole ottengono invece performance peggiori

I Paesi partecipanti rispetto alla media OCSE

I Paesi significativamente sopra la media OCSE sono I Paesi Giappone, Finlandia, Paesi Bassi, Australia, Svezia, Norvegia, Estonia e Belgio.

Danimarca, Germania, Stati Uniti, Austria, Cipro, Polonia, Irlanda, Francia, Spagna e Italia sono invece significativamente sotto la media OCSE.

Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Canada, Korea e i Paesi del Regno Unito non presentano differenze statisticamente significative rispetto alla media OCSE.

Il problem solving

L’Indagine PIAAC ha permesso di analizzare anche le competenze richieste e agite nei luoghi di lavoro.

L’Italia presenta una delle medie più alte tra tutti i Paesi partecipanti nella frequenza di utilizzo delle competenze di ICT e problem solving sul lavoro.

È stata valutata anche la questione del mismatch:

  • per quanto riguarda il qualification mismatch, la coerenza tra il livello di qualificazione posseduto degli occupati e quello ritenuto necessario per svolgere lo specifico lavoro, gli italiani over-qualificati sono il 13% mentre i sotto-qualificati sono il 22%
  • rispetto allo skill mismatch, la coerenza tra le competenze possedute dagli occupati e quello richiesto dallo specifico ruolo, gli italiani presentano quote di over-skilled e under-skilled superiori alla media OCSE sia per la literacy che per la numeracy

Il miglioramento del livello di competenze nel tempo

Confrontando i risultati del primo ciclo PIAAC con precedenti indagini OCSE sugli adulti, IALS – International Adult Literacy Survey 1994-98 e ALL – Adult Literacy and Lifeskills 2006-08, in Italia possiamo riscontrare:

  • un processo di contenimento dell’analfabetismo
  • la riduzione del gap di competenze tra giovani e anziani, col miglioramento di questi ultimi
  • la diminuzione della differenza tra il punteggio medio italiano nella literacy rispetto a quello della media OCSE
  • l’annullamento del divario di genere che penalizzava le donne italiane

L’istruzione e la formazione come valore aggiunto

Dalle analisi dei risultati PIAAC emerge il ruolo fondamentale svolto dai processi di istruzione e formazione istituzionali nel definire la competenza dei rispondenti.

Un più elevato grado di scolarizzazione determina maggiori livelli di competenza. Il 49% dei giovani tra i 16 e i 24 anni che studiano raggiunge il livello 3, i coetanei che lavorano con lo stesso livello sono il 23% mentre i disoccupati sono soltanto il 18%.

L’Italia ha la più bassa percentuale, il 24%, di partecipazione degli adulti ad attività di formazione tra i Paesi partecipanti, la media OCSE è invece del 52%.

Coloro che si formano ottengono livelli di competenza maggiori: la percentuale di persone che raggiunge o supera il livello 3 passa dal 23% al 49%, il punteggio medio aumenta da 241 a 268.

Come spesso accade, le prestazioni peggiori in termini di competenze si riscontrano nei soggetti più fragili: NEET – Not in Education, Employement or Training, pensionati, persone che svolgono lavoro domestico non retribuito e disoccupati di lunga durata.

In attesa delle evidenze che emergeranno dal secondo ciclo di indagine PIAAC, iniziato nel 2018, possiamo iniziare col riflettere su quanto la ricerca ci ha già suggerito: le risorse per potenziare le competenze degli adulti sono l’istruzione e la formazione permanenti. E, come sempre, è opportuno riuscire a includere le fasce di popolazione più deboli.

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