Tutti vuol dire Tutti
Le evidenze dal Report Global Education Monitoring 2020

Inclusion and Education: All means All descrive i progressi compiuti a livello globale rispetto al quarto traguardo di sviluppo sostenibile – dedicato all’Educazione – e agli altri obiettivi relativi all’Istruzione contenuti nell’Agenda ONU 2030.

Tutti vuol dire Tutti - Le evidenze dal Report Global Education Monitoring 2020

Il Global Education Monitoring è un Rapporto indipendente istituito nel 2002, ospitato e pubblicato dall’UNESCO, per monitorare:

  • i progressi nel raggiungimento dei traguardi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda ONU 2030, in particolare riguardo l’Obiettivo 4
  • l’implementazione di strategie nazionali e internazionali per aiutare tutti i partner coinvolti a raggiungere tali obiettivi

Ciascun Rapporto annuale ha un focus specifico e quello del 2020 è l’Inclusione nell’Educazione. Il concetto basilare, ribadito anche nel video sottostante, è che

Education for All means Education for Everyone

Educazione per Tutti significa un’Educazione che tiene conto delle esigenze di ciascuno di noi

video

I dati del Rapporto GEM delineano lo stato dell’Inclusione scolastica in 160 Paesi e sono raccolti in un database online, il WIDE – Worldwide Inequality Database on Education.

Al database si affiancano uno strumento di monitoraggio, lo SCOPE – Scoping Progress in Education e una piattaforma online che descrive le leggi e le policy relative all’Inclusione e all’Educazione, il PEER – Profiles Enhancing Education Reviews.

Le principali evidenze dal GEM 2020

  • Nei Paesi ad alto reddito dell’Europa e del Nord America solo 18 ragazzi economicamente svantaggiati completano la Scuola secondaria per ogni 100 studenti più ricchi
  • Nelle zone rurali di almeno 20 Paesi, in gran parte situati nell’Africa subsahariana, quasi nessuna delle giovani donne povere riesce a completare la Scuola secondaria
  • Dal 2015 il 41% dei Paesi, che rappresentano il 13% della popolazione mondiale, non dispone di un’indagine pubblica sulle famiglie che fornisca dati disaggregati sugli indicatori chiave dell’istruzione
  • I dati da 14 Paesi che utilizzano il Child Functioning Module suggeriscono che i bambini con disabilità vanno a costituire il 15% del totale della dispersione scolastica e hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di non frequentare mai la scuola rispetto ai loro coetanei senza disabilità
  • Nei Paesi con reddito medio solo i tre quarti degli alunni frequentano ancora la scuola a 15 anni, nonostante un aumento del 25% negli ultimi 15 anni
  • Nel 2018 un insegnante su tre in 43 Paesi a reddito medio-alto e alto ha riferito di non aver adattato il proprio insegnamento alla diversità culturale degli studenti
  • Nel 25% dei Paesi le leggi prevedono che gli studenti con disabilità studino in ambienti separati
  • In 32 Paesi OCSE, le scuole e le classi in contesti socioeconomicamente svantaggiate hanno maggiori probabilità di avere insegnanti meno qualificati
  • Circa il 40% dei Paesi a reddito basso e medio-basso non ha adottato alcuna misura per sostenere gli studenti a rischio di esclusione durante la crisi sanitaria dovuta al Covid-19
  • Circa il 25% degli insegnanti in 48 sistemi educativi riferisce di un elevata necessità di crescita professionale per insegnare agli studenti con bisogni educativi speciali
  • Solo 41 Paesi in tutto il mondo riconoscono la lingua dei segni come lingua ufficiale
  • In Europa, 23 Paesi su 49 non affrontano esplicitamente l’orientamento sessuale e l’identità di genere nei loro programmi di studio

Questi dati ci raccontano che una effettiva Inclusione è ancora un obiettivo lontano a livello globale, anche nei Paesi ad alto reddito.

Ma i dati ci mostrano anche un progressivo miglioramento, dovuto allo sforzo congiunto che la maggior parte dei Paesi sta affrontando per offrire un futuro migliore ai propri giovani.

Insieme ai progressi dei sistemi educativi cresce anche la consapevolezza che nessuno deve restare indietro, tutti devono avere la possibilità di accedere all’Istruzione.

La ricerca valutativa internazionale è in quest’ottica lo strumento più utile per progredire: guidati dai dati si può costruire una società più equa.

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