Si parla spesso per i nostri ragazzi di povertà educativa, ma altrettanto spesso ed erroneamente si considera questo problema come limitato allo studio e all’apprendimento, ignorando che è invece legato a una più ampia mancanza di opportunità educative che privano i giovani della possibilità di accrescere competenze essenziali per lo sviluppo individuale e collettivo, presente e futuro.

La povertà educativa è certamente un fenomeno complesso, all’interno del quale povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda, definendo scarse opportunità di studio ma anche, in senso più generale, una mancanza di stimoli culturali, ludico-sportivi e di accesso all’utilizzo delle nuove tecnologie.
È quanto accade a quei bambini e a quei giovani che vivono in un contesto sociale svantaggiato, all’interno del quale non ricevono quelle sollecitazioni e quei supporti che li aiutano a formarsi, a sviluppare competenze e capacità, a scoprire e coltivare le proprie risorse e interessi.
Del resto, è noto che le disparità educative riproducono i divari sociali: conseguire livelli alti di istruzione facilita infatti la possibilità di accedere a posizioni lavorative migliori e di avere un percorso di qualità all’interno delle stesse posizioni.

Condizione familiare e opportunità per il futuro
La trappola della povertà educativa, che lega disuguaglianze economiche, educative, culturali e sociali, fa sì che condizioni familiari peggiori si traducano in uno svantaggio per i figli. Questo investe le opportunità formative e i livelli di apprendimento in un meccanismo che tende a ripetersi come fosse un fenomeno ereditario.
I numeri relativi alla povertà educativa in Italia sono piuttosto allarmanti.
Il 13,8% circa dei giovani di età inferiore a 18 anni, cioè quasi 1,3 milioni di ragazzi, vive in famiglie che non possono permettersi le spese minime per condurre uno stile di vita accettabile. È una quota che raggiunge il 15,5% al Sud e si attesta intorno al 13% al Centro e al Nord.
La composizione del nucleo familiare e l’occupazione dei genitori sono fattori che influiscono sulla condizione di povertà, come anche il livello di istruzione dei genitori, che molto spesso vincola negativamente l’accesso alle opportunità culturali e formative e i livelli di apprendimento raggiunti dai ragazzi, determinando una maggiore dispersione scolastica sia implicita sia esplicita tra gli allievi svantaggiati.
La condizione familiare, inoltre, influenza molto la scelta dell’indirizzo di studi dopo la Scuola secondaria di primo grado, determinando una sorta di autoselezione che indirizza i giovani figli di genitori impegnati in lavori esecutivi soprattutto verso scuole professionali (34%), mentre in un numero rilevante di casi – 2 su 3 – i figli di genitori non diplomati reiterano la stessa condizione non diplomandosi a loro volta (Fonte: Almadiploma, 2023).
Puntare sui giovani
Puntare all’innalzamento del livello educativo e formativo dei giovani a partire dalla prima infanzia è un’istanza sicuramente sentita a molti livelli, che mira a investire sulle competenze dei ragazzi andando ben oltre il servizio offerto alle famiglie per puntare a obiettivi considerati strategici sul piano individuale e collettivo in una prospettiva di lungo periodo.

Tasso di occupazione dei giovani di 25-34 anni in Italia e in Ue. Fonte: Openpolis, 2025
D’altro canto, i dati forniti dalle Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti mostrano come i problemi maggiori di dispersione scolastica e di abbandono si registrino soprattutto in quelle regioni nelle quali il tasso di occupazione è più basso.
Poiché il mondo del lavoro richiede competenze elevate, ed è facile prevedere che questa richiesta crescerà in futuro, incrementare il livello di istruzione dei giovani contribuisce a migliorare le opportunità di cui potranno disporre e a offrire loro la possibilità di costruire prospettive di vita migliori, capaci di modificare e possibilmente interrompere il circuito vizioso tra povertà materiale e povertà educativa, in linea con il principio alto sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione, secondo il quale:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Approfondimenti
- Quali sono le cause della povertà educativa
- XXI Indagine Profilo dei Diplomati 2023
- Perché è essenziale puntare sulle capacità e le competenze dei più giovani
- Cosa lega l’accesso all’istruzione e le condizioni lavorative
- Le cause della dispersione scolastica
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