Innovazione, collaborazione e dati per ridurre i divari

A poche settimane dalla sua nomina come Direttore Generale dell’INVALSI, abbiamo il piacere di ospitare nel nostro Editoriale Cinzia Santarelli.
In un’intervista condotta da Savina Cellamare, il nuovo Direttore spazia dal passato al futuro, dalle esperienze acquisite in oltre 30 anni di lavoro negli enti di ricerca, alle prossime sfide da affrontare in INVALSI.

Innovazione, collaborazione e dati per ridurre i divari

Ad eccezione dell’esperienza di poco più di un anno come direttore generale dell’Università di Teramo, Cinzia Santarelli ha lavorato in maniera continuativa negli enti di ricerca dal 1986, ricoprendo diversi incarichi e responsabilità, dall’impegno nella rendicontazione dei progetti di ricerca alla gestione di tutte le fasi del processo amministrativo.

Grazie Dottoressa Santarelli per aver accettato il nostro invito. Da poche settimane è diventata il nuovo Direttore Generale di INVALSI, quali sono le sfide che la attendono?

La prima sicuramente è quella di strutturare in modo più organico i processi interni. INVALSI è un ente relativamente giovane, un ambiente dinamico, positivo, motivato, ma come in tutti gli ambienti giovani ci sono margini per rendere la gestione dei processi maggiormente strutturata ed efficace, in linea con i tempi richiesti per una forte digitalizzazione.

Il secondo passo sarà proprio quello di automatizzare il più possibile questi processi, per rendere l’amministrazione più agile, il lavoro più produttivo e ottimizzare l’impiego delle risorse. Ciò consentirebbe, inoltre, di dare al personale una maggiore capacità decisionale e autonomia, e quindi di potenziarne al meglio le conoscenze e capacità.

In che modo il nostro Istituto, attraverso le sue ricerche, può supportare la battaglia alla povertà educativa e aiutare gli studenti, tutti gli studenti, ad avere accesso alle stesse opportunità?

INVALSI è in grado di sostenere i decisori politici attraverso la produzione di importanti informazioni sui divari territoriali presenti nel nostro Paese, che impediscono a una quota non trascurabile di bambini e ragazzi il pieno godimento del diritto a un’istruzione di qualità.

La Missione 4 del PNRR è dedicata alle misure e ai finanziamenti previsti per l’Istruzione e la Ricerca e, tra gli investimenti considerati, c’è l’intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della Scuola secondaria di secondo grado.

Ciò coinvolge direttamente l’attività dell’Istituto e, in particolare, le Rilevazioni nazionali e internazionali che questo conduce.

La produzione di dati attendibili – come sono quelli messi a disposizione da INVALSI – aiuta infatti a comprendere in profondità quali siano le leve su cui far agire il cambiamento e alle quali dedicare maggiore attenzione e investimenti, allo scopo di rafforzare e sostenere un sistema d’istruzione più equo per tutta la popolazione scolastica.

Perché è importante che gli studenti, il personale docente e anche le famiglie partecipino con convinzione ai diversi progetti di ricerca, alle attività di formazione e di informazione che l’INVALSI persegue?

Proprio perché l’interscambio di informazioni tra i diversi attori che partecipano al sistema scolastico è fondamentale per migliorare gli interventi.

Più informazioni si hanno e più si è in grado di mirare e centrare l’obiettivo.

Le elaborazioni possono essere utilizzate per aiutare ad assumere decisioni più ponderate per la Scuola e per contribuire a rendere l’ordinamento scolastico italiano più efficace, più competitivo rispetto agli altri Paesi.

Possono inoltre aiutare i policy maker, e il Ministero dell’Istruzione in primo luogo, a indirizzare le risorse e l’attenzione verso i settori più delicati, tenendo conto anche di quelle che sono le distanze in termini di apprendimento tra i territori.

Ma per fare questo è necessario che l’intera comunità scolastica si senta partecipe e coinvolta nel perseguire il cambiamento, da protagonista e non restando semplice spettatrice.

Siamo nel momento più caldo per l’INVALSI, quello in cui si svolgono le Prove. Se potesse rivolgersi a uno studente che sta per affrontarle o che le ha appena svolte, cosa gli suggerirebbe?

Di affrontarle con tanta serietà, non perché le Prove pregiudichino una votazione finale, ma in quanto anche lo studente ha una precisa responsabilità nel fornirci gli elementi che possono effettivamente aiutare nel portare avanti tutti quegli obiettivi di cui abbiamo parlato finora.

Si tratta di informazioni preziosissime: più i ragazzi forniscono dati aderenti al loro grado di apprendimento, più le decisioni prese nel loro interesse potranno essere mirate a migliorare il tessuto scolastico.

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