Dialogo e sinergie per la ricerca

I dati delle ricerche, nazionali e internazionali, sono fondamentali per prendere in carico tutti quegli elementi che servono a sostenere la circolarità virtuosa tra percorsi scolastici ed esiti di apprendimento, a favore di ogni studente.

Dell’INVALSI si parla soprattutto per le Rilevazioni nazionali che ogni anno si svolgono nelle scuole italiane, un appuntamento che proprio in questi giorni si avvia alla conclusione per l’anno scolastico in corso.

Queste Rilevazioni, tuttavia, sono parte di un più cospicuo patrimonio di ricerca che vede il nostro Istituto impegnato a stretto contatto con partner internazionali, come l’OCSE e la IEA, in studi e indagini sulla valutazione, degli apprendimenti scolastici ma anche di più ampi repertori di competenze, il cui possesso incide sulla qualità di vita e sulla possibilità di esercitare a pieno i diritti di cittadinanza.

Si tratta di un’attività intensa, che mette in dialogo la nostra scuola con i sistemi formativi di tutto il mondo, in un’ottica di confronto scevro dal rischio di un provincialismo miope e, al contrario, ricco di un costante sviluppo culturale su un tema di così alto valore sociale come è la valutazione scolastica.

Questa costituisce uno degli strumenti per contrastare in modo efficace fenomeni che sembrano in preoccupante ascesa, quali la dispersione nelle sue diverse forme e l’iniquità, temi sui quali abbiamo avuto modo di riflettere più volte in questo spazio di INVALSIopen.

Questo versante delle nostre attività di ricerca aperto alla partecipazione sul piano internazionale in questo anno 2022 si presenta come particolarmente impegnativo e interessante; vede infatti la concomitanza di appuntamenti di grande interesse per le indagini condotte con partner quali l’OCSE e la IEA.

È infatti l’anno dell’appuntamento con le prove sul campo – i Main Study – dell’indagine PISA – Program for International Student Assessment, uno studio a livello mondiale che ci coinvolge insieme a oltre ottanta Paesi e che si è arricchito negli anni di nuovi focus di interesse, e dell’ICCS – International Civic and Citizenship Education Study.

Il gran numero di Paesi che come il nostro prendono parte a queste indagini rappresentano una larga fetta dell’economia mondiale, ma ciò che forse vale la pena di sottolineare è che la variabile economica non è l’unica a incidere in modo sostanziale sugli esiti di apprendimento, e questo vale in ogni Paese.

Un fattore molto influente, del quale le indagini internazionali ci rendono consapevoli sulla base di dati oggettivi, è ad esempio il valore che viene attribuito alla scuola come istituzione e di conseguenza quanto su questa le persone facciano affidamento per una crescita personale e collettiva, un affidamento che certamente si collega anche al grado di soddisfazione rispetto a quanto la scuola dà.

Si va quindi ben oltre il dato numerico, che potrebbe erroneamente richiamare a logiche puramente quantitative, proprio perché le dimensioni appena richiamate sono fondamentali per sviluppare una riflessione costruttiva che si metta in ascolto dei dati e li usi per interventi concreti, commisurati alle esigenze di singole situazioni, rappresentate da persone o da territori e contesti, ma comunque con peculiarità proprie alle quali corrispondere e che sono il centro di interesse dei curricoli nazionali.

Ecco quindi che la partecipazione alle indagini internazionali è un altro elemento di quel prendersi in carico la responsabilità di contribuire a indirizzare e anche di guidare gli scenari e le sfide che gli studenti troveranno nel loro futuro, avendo nel loro bagaglio gli strumenti culturali e formativi utili a loro stessi per investire nel proprio avvenire.

Ciò vale per gli studenti il cui percorso di studi si presenta accidentato, per cause di diversa natura, ma anche per gli studenti eccellenti, i cui bisogni formativi – il riconoscimento dei quali è relativamente recente rispetto ai più dibattuti BES – richiedono un sostegno adeguato al loro livello di abilità.

I documenti europei, del resto, sono molto espliciti nel porre l’accento sulla necessità di agire concretamente per raggiungere obiettivi nodali quali l’innovazione, l’educazione e l’inclusione, sfide alle quali il nostro Paese non si sottrae e per le quali anzi si fa da tempo parte attiva anche attraverso la partecipazione alle indagini internazionali.

I dati che queste ci offrono, insieme a quelli delle Rilevazioni INVALSI, più strettamente agganciati ai traguardi che le Indicazioni nazionali definiscono per la nostra scuola, sono fondamentali per prendere in carico tutti quegli elementi che servono a sostenere la circolarità virtuosa tra percorsi scolastici ed esiti di apprendimento, a favore di ogni studente, ciascuno portatore di esigenze e bisogni propri, da considerare in ragione di una istanza forte qual è quella di garantire a tutti il raggiungimento di competenze solide.

L’interesse a promuovere gli studi scientifici su scala nazionale e internazionale, a sensibilizzare attori diversi con competenze molteplici sulla valutazione educativa, a favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze indispensabili per uno sviluppo nell’uso delle tecnologie a supporto della valutazione stessa, ci vede coinvolti come istituto di ricerca anche in un network internazionale, FLIP+, nato in anni recenti dalla collaborazione tra la Francia, il Lussemburgo, l’Italia e il Portogallo – e di qui l’acronimo – ma in costante crescita con l’adesione degli organi di valutazione di altri Paesi.

Creare sinergie, partecipare a occasioni di confronto, investirsi nella costruzione di strumenti di conoscenza e di analisi dell’esistente sono piste di lavoro indispensabili per qualsiasi Paese che voglia puntare sul proprio futuro in modo efficace, assumendo realmente il compito di corrispondere alle esigenze formative delle giovani generazioni in un quadro di sviluppo sostenibile globale permanente.

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