Scuola e ricerca. Il valore di una sinergia

Ogni inizio di anno scolastico pone all’intero sistema di istruzione e formazione delle sfide impegnative. Quali sono le ragioni che fanno della capacità di leggere i dati un punto di partenza per formulare ipotesi di miglioramento in un confronto costruttivo e condiviso tra scuola, ricerca e istituzioni? Ce ne parla il Presidente dell’INVALSI Roberto Ricci.

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La progettualità che accompagna ogni inizio di anno scolastico può trovare nei dati che le Rilevazioni nazionali mettono a disposizione di ogni Scuola una fonte informativa importante per affrontare, gestire e vincere quelle sfide che la complessità della realtà scolastica porta con sé.  

Come ci ricorda il Presidente Roberto Ricci

i dati, intesi nella loro evoluzione dinamica, non come elemento statico, fisso, che non cambia […] ci aiutano a capire […] E sicuramente tutte le componenti della scuola – i docenti, i dirigenti scolastici, ma anche i genitori e gli studenti – possono usare i dati per sostenere la loro interpretazione della realtà complessa, a volte contraddittoria, che abbiamo di fronte.

La descrizione dell’esistente che gli esiti delle Rilevazioni permettono di delineare può essere un valido aiuto per formulare ipotesi interpretative del presente, nella prospettiva di un miglioramento al quale tendere.

Un esempio tangibile in questo senso ci viene dai dati del Rapporto nazionale 2025, presentati lo scorso luglio alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Professor Giuseppe Valditara, che hanno permesso di osservare per la prima volta una riduzione significativa della dispersione scolastica.

Senza dubbio questo esito è

veramente positivo, il più positivo che possiamo immaginare, perché il fatto che i nostri giovani rimangano a scuola fino al completamento del percorso scolastico è quello che abbiamo da tempo sperato e auspicato

poiché

anche dal punto di vista etico, morale, non ci possiamo permettere di lasciare nessuno indietro e questo implica la necessità di trovare risposte adeguate da dare anche a questa parte della popolazione scolastica

alla quale rivolgerci con un linguaggio, delle modalità e degli strumenti nuovi.

Ma altri compiti rilevanti e impegnativi, che implicano nuove sfide didattiche, pedagogiche, metodologiche e organizzative vengono anche dalla riduzione evidente della popolazione scolastica, che per la prima volta scende al di sotto dei 7 milioni di studenti.

Trovare risposte nuove, adeguate alle esigenze di un sistema che cambia, deve sollecitare a ripensare in senso ancora più costruttivo e sinergico di quanto non sia stato fino ad ora il rapporto tra scuola e ricerca, due agenzie che in modo diverso hanno però entrambe il privilegio di essere al servizio dell’educazione e della formazione.

Nel formulare alla Scuola tutta il suo augurio per il nuovo anno di lavoro Roberto Ricci sottolinea che l’inizio

come sempre è un’avventura che […] è sempre una rigenerazione. Abbiamo di fronte delle sfide nuove importanti impegnative ma credo che abbiamo anche nuovi strumenti, non da ultimo anche quelli tecnologici, che se guidati e utilizzati sapientemente potrebbero essere un grande aiuto.

Foto di Depositphotos

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