L’impresa sociale Con i Bambini ha presentato la quarta edizione dell’indagine Gli italiani e la povertà educativa minorile, realizzata con Demopolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il tema di quest’anno è Quanto futuro perdiamo? Il ruolo della scuola e della comunità educante nel Paese.
La quarta edizione de Gli italiani e la povertà educativa minorile dell’impresa sociale Con i Bambini è stata realizzata dall’Istituto Demopolis su un campione di 3.540 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Questo campione comprende genitori con figli minorenni, insegnanti e rappresentanti di enti del Terzo Settore.
Vediamo insieme quali sono le principali evidenze riscontrate nel corso di questa ricerca che ha passato in rassegna le opinioni sulla nostra Scuola e sul ruolo della comunità educante.
Le problematiche della Scuola
Per gli italiani, i principali problemi della Scuola sono le strutture troppo vecchie, la carenza di attività di recupero per i ragazzi in difficoltà, la motivazione degli insegnanti e la dispersione scolastica.
Fonte: Gli italiani e la povertà educativa minorile – Con i Bambini e Istituto Demopolis, 2022
I ragazzi, secondo i risultati dell’indagine, abbandonano la Scuola soprattutto per la fragilità del contesto familiare di origine e per l’inadeguatezza delle strategie di recupero attuate dalle scuole.
Oltre alle problematicità che potremmo definire come strutturali, si riscontrano ulteriori difficoltà dovute alla recente emergenza sanitaria: il 67% degli italiani ritiene che il fenomeno per cui nell’ultimo anno scolastico oltre 80 mila studenti sono stati bocciati per le troppe assenze, dovute anche al Covid, sia allarmante e da affrontare con urgenza.
In questo contesto, la percezione del 74% degli intervistati è che le disuguaglianze tra i minori in Italia siano aumentate nell’ultimo biennio.
Inoltre, le opportunità presenti sul territorio sono spesso accessibili a una minoranza dei ragazzi: poco più di 4 italiani su 10 ritengono adeguato il contesto in cui vivono in termini di strutture sportive, scuole, spazi verdi attrezzati. Solo un terzo dei ragazzi vive in città dove cinema, teatri, librerie, asili nido e strutture per l’infanzia possono essere definiti adeguati e offrono quindi occasioni di arricchimento culturale e sociale.
Le possibili soluzioni
Proseguendo con la lettura dei dati, riscontriamo che per affrontare le difficoltà della scuola secondo la maggioranza degli intervistati è necessario supportare équipe stabili di docenti capaci di favorire didattiche innovative, specialmente nelle aree più fragili.
Fonte: Gli italiani e la povertà educativa minorile – Con i Bambini e Istituto Demopolis, 2022
La sentita esigenza di investire su una scuola in grado di ridurre i divari emerge chiaramente anche nell’opinione diffusa che sia meglio sostenere con maggiori risorse le scuole in grado di ridurre le disuguaglianze tra studenti rispetto a quelle in cui i ragazzi ottengono già risultati migliori.
Per tutelare e valorizzare le nuove generazioni è necessario ripensare e riprogettare una scuola mettendo al centro i reali bisogni dei ragazzi. I partecipanti all’indagine sono tuttavia ben consapevoli che anche la comunità deve fare la sua parte per contribuire a un’educazione più equa ed efficace, anche attraverso l’ampliamento dell’offerta socio-culturale dei territori capaci di aprirsi ai bisogni dei giovani.
Fonte: Gli italiani e la povertà educativa minorile – Con i Bambini e Istituto Demopolis, 2022
Crescere con l’aiuto della comunità
L’85% degli intervistati è del parere che la responsabilità della crescita dei minori sia di tutta la comunità e non spetti soltanto alla scuola garantirne un sano sviluppo. Non tutti però hanno la fortuna di sperimentare i benefici di una comunità che educa e la pandemia ha contribuito ad aggravare il fenomeno della povertà educativa minorile.
Allo stesso tempo, nell’opinione pubblica si è affermata la chiara distinzione tra povertà educativa e povertà economica, anche se i due fenomeni sono inevitabilmente collegati.
Per il 67% del campione, infatti, la povertà educativa deriva maggiormente dal limitato accesso a opportunità di crescita, per il 57% dal disagio sociale intorno al minore, per 52% dai bassi apprendimenti scolastici e solo per il 12% è connessa alla povertà materiale.
Infine, secondo gli intervistati le attività extrascolastiche possono contribuire alla missione educativa grazie ai loro benefici: i bambini e gli adolescenti socializzano e maturano senso di comunità (63%), spirito di gruppo (62%), sicurezza personale ed autostima (58%), imparano a rispettare le regole (56%), acquisiscono interesse per le cose (51%) e responsabilità personale (50%).
Le evidenze provenienti dall’indagine confermano quindi l’importanza delle attività a contrasto della povertà educativa messe in atto da Con i Bambini e dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Occorrono però più impegno e maggiori investimenti per ridurre i divari educativi.
Approfondimenti
- Presentazione indagine Demopolis
- Quanto futuro perdiamo? Il ruolo della scuola e della comunità educante nel Paese
- Perché soffriamo ancora di povertà educativa
- Le linee guida per la didattica inclusiva
- Istruzione e mobilità sociale L’uguaglianza delle opportunità inizia a Scuola
- Crescere senza distanza
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