L’Indagine PISA 2018 ha permesso di raccogliere i dati di centinaia di migliaia di studenti delle scuole secondarie in 79 Paesi. Da questo grande set di dati sono state estratte informazioni preziose sulla preparazione dei ragazzi ad affrontare il mondo del lavoro e le sfide della vita adulta.
In una ricerca pubblicata qualche settimana fa dall’OCSE – Meet the future, how employers gain from helping young people get career ready – è stato affrontato il focus delle aspettative di carriera dei giovani, analizzando le modalità con cui il mondo delle imprese può collaborare con quello dell’educazione per aiutare nel corretto orientamento degli studenti e nella riduzione dei livelli di disoccupazione giovanile.
Uno scenario preoccupante
La ricerca parte dalla premessa che attualmente le imprese stiano denunciando una certa difficoltà nel trovare e selezionare giovani con le capacità e le qualifiche giuste per il loro inserimento.
Uno scenario preoccupante, considerando anche la previsione di sfide sempre più impegnative per i ragazzi e un accesso al mercato del lavoro in salita.
Le economie, infatti, sono maggiormente complesse e dinamiche e i profili lavorativi ricercati sempre più settoriali e specifici, come nel mondo della digitalizzazione e della sostenibilità, senza contare il ruolo crescente dell’automazione.
Tra i lavori più ambiti, molti ad alto rischio di automazione
A questo proposito, la ricerca evidenzia come molti adolescenti oggi aspirino a lavori ad alto rischio di automazione.
Le ambizioni di carriera, però, sono oggi molto alte: nei paesi dell’OCSE quasi due terzi dei giovani si aspettano di lavorare in un ruolo professionale o manageriale entro i 30 anni.
Guardando i dati, appare lampante anche la forte concentrazione delle aspettative occupazionali sulle 10 professioni più ambite: quasi la metà dei ragazzi e delle ragazze sceglie uno dei dieci lavori più comuni all’età di 30 anni.
Invece l’interesse per i mestieri a cui si accede tipicamente attraverso programmi di istruzione e formazione professionale (categorie ISCO 5, 6 e 8) è minimo in molti paesi.
Aspirazioni professionali vs. domanda effettiva
Le aspirazioni professionali dei giovani, però, non trovano corrispondenza con i modelli di domanda effettiva. Ciò che chiedono le imprese sembra essere altro.
Secondo la ricerca, quindi, è necessario che educazione e mondo delle imprese costruiscano un’alleanza per supportare gli studenti e informarli su piani di carriera e prospettive.
L’importanza delle attività di orientamento professionale a Scuola
Ad avallare questa tesi, i dati sui giovani che hanno partecipato ad attività di orientamento a scuola. Secondo la ricerca, questi ultimi hanno incontrato:
- livelli più bassi di disoccupazione giovanile
- salari più alti
- maggior soddisfazione sul lavoro
I benefici a lungo termine sono largamente supportati dai numeri raccolti.
Ad esempio, gli adolescenti australiani che hanno preso parte a visite sul posto di lavoro attraverso le loro scuole hanno guadagnato il 9% in più all’età di 25 anni rispetto ai loro coetanei. Inoltre, erano più propensi a dichiararsi soddisfatti della loro carriera da adulti.
Gli adolescenti in Canada che hanno fatto le stesse attività di orientamento e incontro con il mondo del lavoro, rischiavano meno (-4 punti percentuali) di diventare NEET (ossia una persona che non studia, né lavora, né riceve una formazione) all’età di 25 anni.
Due mondi che possono avvicinarsi e dialogare, mettendo al centro progettualità e visione, con percorsi strutturati e integrati a livello nazionale e globale, in un’ottica di reciproco beneficio e a diretto appannaggio delle generazioni future.
Approfondimenti
- Meet the future, how employers gain from helping young people get career ready
- OCSE PISA: quale lavoro sognano gli adulti di domani?
- Investing in career guidance
Se hai trovato interessante questo contenuto puoi iscriverti alla newsletter mensile di INVALSIopen per ricevere via mail i nostri aggiornamenti.
Voglio ricevere gli aggiornamenti di INVALSIopen