Centenario di Mario Lodi: buon anniversario, maestro!

Era il 17 febbraio del 1922 quando, in provincia di Cremona, nasceva Mario Lodi, figura chiave nel mondo della scuola, della pedagogia e della cultura italiana.

Mario Lodi Credit_Ph Luigi Briselli_Per gentile concessione degli eredi

Brillante esponente del Movimento di Cooperazione Educativa, Lodi ha contribuito alla ricostruzione democratica e culturale dell’Italia.

Oggi è difficile educare, perché il nostro impegno di formare a scuola il cittadino che collabora (…), che rispetta e aiuta gli altri, è quotidianamente vanificato dai modelli proposti da chi possiede i mezzi per illudere che la felicità è nel denaro, nel potere, nell’emergere con tutti i mezzi, compresa la violenza. A questa forza perversa noi dobbiamo contrapporre l’educazione dei sentimenti.

Mario Lodi

In occasione del centenario della sua nascita, il Ministero dell’Istruzione ha voluto ricordare l’opera di questo grande protagonista “del rinnovamento in chiave democratica della scuola italiana”.

In un tempo di profonde trasformazioni per la scuola, l’efficacia delle sperimentazioni di Lodi e l’innovatività delle sue ricerche, promosse all’inizio degli anni ‘50 del secolo scorso ‘insieme’ agli alunni e alla comunità scolastica e sociale, possono contribuire ancora oggi ad alimentare il confronto anche sulla funzione educativa e sulla professionalità docente.

Nota del Ministero dell’Istruzione inviata alle scuole in occasione del centenario dalla nascita di Mario Lodi

Eventi, testimonianze, letture e performance teatrali, documentari: il 2022 sarà un anno ricco di iniziative dedicate all’opera del maestro e scrittore, molte delle quali consultabili sul sito dedicato www.centenariomariolodi.it.

Il rinnovamento della scuola italiana del Novecento promosso da Mario Lodi parte dai banchi delle aule scolastiche: da questa quotidianità il maestro impara prima di insegnare, osservando gli allievi, seguendoli, lasciandoli esprimere.

Io da voi imparo ogni giorno tante cose!

Mario Lodi

Partendo dai principi della scuola del pedagogista francese Célestin Freinet, Lodi rovescia la sua posizione, opera un’inversione dei ruoli, supera il modello autoritario per proporre i valori della comunità democratica repubblicana dando la parola ai suoi studenti, stimolando alla partecipazione attiva e ponendosi in ascolto.

Diversi gli strumenti utilizzati: la ricerca sul campo, il testo libero, le attività espressive come pittura, danza, teatro; ma anche la scrittura a più mani di storie e racconti da cui sono nati veri e propri libri, molti dei quali sono diventati dei classici della letteratura per l’infanzia e non solo, tra cui Cipì (1961), C’è speranza se questo accade al Vho (1963), Il paese sbagliato (1971).

Uno di loro si alzò dal proprio banco e andò, senza parlare, alla grande finestra che sembrava aprirsi sul mondo. Al mio moto di sorpresa un altro suo compagno fece altrettanto. A uno a uno uscirono tutti dal banco per andare a guardare (…). Mi alzai e andai in mezzo a loro a guardare il mondo alla finestra. Così nasce Cipì.

Mario Lodi
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Foto in alto di: Luigi Briselli
Per gentile concessione degli Eredi


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