Grazie alla propria dotazione tecnologica e alle competenze digitali alunni e insegnanti sono giunti al termine di questo anno scolastico riuscendo a preservare la continuità didattica. Vediamo, con l’aiuto dei risultati dell’indagine OCSE, quali erano le risorse a disposizione per la didattica a distanza nel momento in cui si è verificata l’emergenza.
L’emergenza sanitaria che ha portato alla sospensione dell’attività didattica nelle aule di buona parte del mondo ha richiesto alla Scuola e alle famiglie uno sforzo di adattamento notevole.
Per comprendere meglio l’impegno dei docenti in questo periodo abbiamo raccolto le loro esperienze e abbiamo dato spazio a una riflessione sulla valutazione di quanto è stato appreso con la didattica a distanza. Ma per conoscere la situazione di partenza è necessario fare un passo indietro.
I dati PISA sull’accesso degli studenti al mondo del digitale
Rileggendo le informazioni contenute nel documento diffuso dall’OCSE sulla didattica a distanza, basato sui risultati di PISA 2018, possiamo delineare un quadro della dotazione tecnologica e delle competenze digitali delle famiglie e della Scuola per capire con quali risorse i ragazzi hanno affrontato il nuovo assetto didattico dettato dall’emergenza.
I dati, raccolti due anni fa, sono sicuramente cambiati e probabilmente migliorati vista la crescente consapevolezza della necessità di potenziare l’educazione digitale.
Nella didattica a distanza un aspetto importante da considerare è l’ambiente in cui gli alunni studiano. In media il 9% degli studenti dei Paesi OCSE non dispone nella propria abitazione di un luogo tranquillo per poter studiare. In Italia il valore medio è leggermente superiore a quello che si riscontra a livello internazionale.
Oltre al posto per lo studio, occorre poi avere a disposizione un computer. Nei Paesi OCSE la disponibilità di dispositivi oscilla tra il 34% dell’Indonesia e il 95% di alcune nazioni europee, come Danimarca, Slovenia, Norvegia, Polonia, Lituania, Islanda, Austria, Svizzera e Olanda.
L’Italia, con un valore di poco superiore alla media OCSE, ha 9 studenti su 10 muniti di un computer da poter utilizzare a fini didattici.
Infine, per interagire col resto della classe e con gli insegnanti, serve avere a disposizione una connessione internet sufficientemente stabile. In Italia come negli altri Paesi OCSE ciò accade in oltre il 90% dei casi.
Le competenze digitali degli insegnanti
Se guardiamo le risorse umane, dall’indagine del 2018 si evidenzia che a livello internazionale più di 6 studenti su 10 frequentano scuole in cui gli insegnanti dispongono di risorse professionali efficaci. Sono quelle che consentono loro di imparare a utilizzare nuovi dispositivi digitali. Nella nostra Scuola il dato è migliore: più di 7 alunni su 10 hanno insegnanti con tali risorse.
È anche emerso che in media il 65% degli studenti OCSE frequenta scuole in cui gli insegnanti possiedono competenze tecniche e pedagogiche necessarie per integrare l’uso di questi dispositivi digitali nelle loro pratiche di insegnamento. Questi docenti sono cioè in grado di arricchire il contenuto didattico grazie al mezzo digitale. I dati sull’Italia ci dicono invece che solo un ragazzo su due è affidato a docenti competenti in tal senso.
Gli insegnanti che beneficiano di incentivi al fine di integrare i dispositivi digitali nelle loro pratiche di insegnamento sono quasi il 60% nella media OCSE, quasi il 50% quelli italiani.
La dotazione tecnologica della Scuola
Se lo studente deve fare un passo verso la Scuola, allo stesso tempo questa deve andare incontro ai ragazzi.
Per quanto le lezioni a distanza non si svolgano nelle aule scolastiche, esaminare lo stato della tecnologia nelle scuole fornisce alcuni indizi su quanto il sistema educativo sia pronto e su quanta esperienza abbia in fatto di tecnologia.
I dati PISA ci offrono informazioni sulle dotazioni strumentali e sulle competenze degli insegnanti grazie ai dati dei questionari rivolti ai dirigenti scolastici.
Nelle scuole dei Paesi OCSE per ciascuno studente è presente all’incirca un computer destinato a scopi educativi, con un rapporto tra dispositivi e ragazzi di 0,8.
Anche qui abbiamo dei divari; ci sono nazioni che dispongono di più di un device pro capite mentre in altre altre è presente un computer ogni 4 studenti.
Le scuole che dispongono di sufficiente personale tecnico qualificato sono più della metà del totale per quanto concerne la media OCSE, poco più di 4 su 10 in Italia.
Per far lavorare insieme docenti e alunni servono poi delle aule virtuali, cioè delle piattaforme che permettano lo svolgimento della didattica a distanza.
Nella media dei Paesi OCSE, circa metà dei quindicenni è iscritta in scuole che hanno la disponibilità di una piattaforma di supporto all’apprendimento online. In Italia gli iscritti in scuole che hanno una piattaforma è inferiore alla metà del totale.
Per potenziare questo aspetto, fondamentale per la continuità didattica, sono state messe a disposizione della nostra Scuola numerose risorse.
L’INVALSI e gli altri enti di ricerca italiani hanno offerto alla scuola i loro contenuti formativi ed è stata potenziata la distribuzione di materiali didattici anche mediante canali non digitali, come le reti TV dedicate, utili anche se non interattive.
Per riuscire a ricreare il valore della Scuola fuori dalle aule nonostante le criticità tutti hanno fatto la propria parte: genitori, famiglie e ragazzi.
Questi ultimi, per quanto nativi digitali e con maggiore familiarità con la tecnologia, hanno dovuto riorganizzare l’aspetto relazionale della didattica e si sono trovati a rimodulare il rapporto con i coetanei e con gli insegnanti.
Approfondimenti
- L’apprendimento a distanza quando le scuole sono chiuse: in che misura gli studenti e le scuole sono preparati? Spunti dall’indagine PISA
- Cos’è e come funziona l’Indagine OCSE PISA
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