Dal 2002, l’Indagine internazionale Health Behaviour in School-aged Children – HBSC – rileva con cadenza quadriennale la percezione che i giovani hanno sui principali aspetti della loro vita e della loro salute. Tra i diversi indicatori non può mancare la scuola, ambiente nel quale i ragazzi trascorrono un lungo periodo di vita, a partire dalla prima infanzia, e molte ore della giornata.
Un rapporto positivo con la scuola va sicuramente al di là del rendimento negli apprendimenti e ha effetti che superano i confini delle aule, investendo in modo più ampio e pervasivo la qualità della vita dei giovani.
Ma qual è il rapporto che gli adolescenti italiani hanno con la scuola? E come cambia nel tempo?
Per rispondere a questa domanda l’Indagine HBSC, uno studio con cadenza quadriennale coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha sottoposto un questionario online a un campione di giovani di età compresa tra 11 e 17 anni.
Agli adolescenti piace la scuola?
La scuola non è solo l’ambiente in cui si acquisiscono conoscenze, ma è anche quello in cui si formano e si affinano competenze fondamentali, si vivono relazioni sociali, ci si confronta, si sperimenta un senso di appartenenza a una comunità.
È quindi un contesto che supporta il percorso di crescita dei ragazzi; è perciò importante chiedersi quale sia il rapporto che giovani di età compresa tra 11 e 17 anni hanno con la scuola e come questo cambi nel corso della loro esperienza.
Nel complesso l’esperienza scolastica sembra non piacere molto agli adolescenti, soprattutto maschi, indipendentemente dalla loro età e il gradimento per questa esperienza che occupa tanta parte della loro vita tende a diminuire con l’aumentare dell’età.
Questa tendenza si riscontra anche negli altri Paesi europei; in Italia però sembra più accentuata e in peggioramento rispetto alla rilevazione del 2027/2018.
Ma quali implicazioni può avere questo andamento?
Se la scuola non piace
Un rapporto positivo con l’ambiente scolastico, così come accade con qualunque ambiente di vita, è un fattore che certamente facilita la partecipazione attiva alle proposte educative e formative e incide positivamente sui risultati che i giovani possono raggiungere.
È però opportuno considerare come le sfide che l’apprendere propone vengono percepite dai giovani.
Quando queste vengono viste come eccessive rispetto alle proprie capacità e competenze, oppure poco significative rispetto alle aspettative che si hanno e perciò poco utili per sé stessi, i fattori di stress superano la soglia di tollerabilità e inoculano nei ragazzi la sensazione di non potercela fare.
Si avvia così un circuito vizioso, che porta a un abbassamento dell’interesse per la scuola; ciò può aprire un varco per l’insinuarsi di comportamenti a rischio e difficoltà nelle relazioni sociali, oltre che per disturbi psicosomatici.
Quella dello stress è una condizione in cui dichiara di sentirsi oltre la metà degli studenti italiani raggiunti dall’Indagine HBSC e colpisce maggiormente le femmine rispetto ai coetanei maschi.
È inoltre preoccupante osservare come lo stress cresca con l’aumentare dell’età e come vi sia stato un evidente aumento di questo fenomeno dal 2017/2018 a oggi.
L’incremento dello stress che deriva dall’impegno scolastico è un fenomeno che si registra in tutte le regioni, ad eccezione della Provincia Autonoma di Trento, dove supera di poco il 40%.
Le buone relazioni antagoniste allo stress
Per gli adolescenti è un importante fattore di crescita e di sviluppo avere buone relazioni con le figure per loro significative, come i compagni di scuola e i docenti.
Un buon rapporto con i coetanei, infatti, favorisce il coinvolgimento nella attività che si svolgono in classe e la motivazione a parteciparvi attivamente.
Sentirsi accettati contribuisce a migliorare i risultati di apprendimento e il successo scolastico. Inoltre può funzionare come antagonista non solo contro lo stress, ma anche nei confronti di rischi come l’esclusione o un progressivo disinvestimento dall’impegno scolastico, che può preludere a un abbandono.
Altrettanto importante per uno sviluppo personale positivo, che allontani l’insorgere dei comportamenti problematici più comuni nei giovani, è la qualità delle relazioni con i docenti.
È questo un rapporto molto significativo, poiché gli insegnanti sono figure di riferimento influenti, che tende però a peggiorare con l’aumentare dell’età dei giovani.
Il sostegno che la scuola come comunità educante dà agli adolescenti, favorendo esperienze positive che li valorizzino e facciano scoprire o riscoprire loro il gusto del fare insieme, facendoli sentire parte attiva di un progetto di crescita personale, non può prescindere da quella visione costruttiva, equa e inclusiva che è parte integrante della mission formativa del sistema educativo.
Approfondimenti
- La Sorveglianza HBSC-Italia 2022 – Health Behaviour in School-aged Children – 1
- La Sorveglianza HBSC-Italia 2022 – Health Behaviour in School-aged Children – 2
- Scheda con i dati dell’indagine 2022 sulla scuola
- A quali perché rispondono i dati
- Gli italiani e la povertà educativa minorile
- Piccoli equivoci sulle competenze
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