Quale immagine dell’attività professionale degli insegnanti delle Scuole pubbliche e private del nostro Paese emerge dai risultati dello studio OCSE TALIS? Ne parliamo con Laura Palmerio, Ricercatrice INVALSI e Responsabile dell’Area Indagini Internazionali che cura lo studio per l’Italia.
Nel corso di un recente seminario svolto presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito sono stati presentati i risultati nazionali dell’edizione 2024 dell’indagine dell’OCSE TALIS – Teaching and Learning International Survey.
Questo studio, che ha cadenza periodica, coinvolge insegnanti di Scuole secondarie di primo grado in quasi 50 Paesi ed Economie e in Italia è curato dall’Area Indagini Internazionali di INVALSI.
Complessità e cambiamento
Il confronto tra quanto emerso dall’Indagine TALIS del 2018 e quest’ultima raccontano chiaramente quanti e quali cambiamenti siano avvenuti nel nostro sistema scolastico, così come a livello internazionale, nell’arco dei 5 anni che separano le due edizioni.
Una dimensione che certamente emerge è quella relativa alla complessità delle classi, la cui composizione è resa più articolata dalla maggiore presenza di studenti immigrati e di allievi con Bisogni Educativi Speciali (BES). Sono due fattori che sottolineano la necessità di una scuola inclusiva, una sfida nella quale, come sottolinea Laura Palmerio,
i docenti in Italia si sentono piuttosto preparati: l’80% dichiara di saper gestire la diversità e quasi il 90% sa progettare attività inclusive.
L’esigenza di muoversi nella complessità mette gli insegnanti difronte a una istanza in precedenza meno evidente, cioè quella di sostenere lo sviluppo delle competenze socio-emotive dei giovani, il cui impatto sull’apprendimento è da tempo riconosciuto.
Questo modificarsi dei bisogni formativi didattici, non più legati solo alla disciplina, cambia in modo significativo il carico di lavoro che i docenti devono affrontare, a fronte di una valorizzazione sociale del loro ruolo che ancora percepiscono come non pienamente riconosciuto, benché in questa direzione siano stati fatti apprezzabili passi avanti.
Ciò pone l’esigenza di sostenere maggiormente la formazione degli insegnanti all’inizio della loro carriera, sui quale i dati TALIS 2024 ci mostrano un apprezzabile investimento.
Guardando al futuro
Il ritratto di una scuola dinamica, che ha saputo compiere positivi passi avanti non è tuttavia privo di criticità, sulle quali è opportuno riflettere per predisporre i necessari investimenti agendo su leve strategiche chi gli stessi docenti mettono in evidenza.
Oltre alla formazione, iniziale e in servizio, è opportuno porre attenzione ad alcuni fattori che possono incidere su motivazione e benessere quali: prevedere una semplificazione di quei compiti, prevalentemente burocratici, che provocano un aggravio di lavoro; creare ambienti di lavoro più collaborativi, poiché l’insegnamento non è un’attività individuale; costruire percorsi di carriera più attrattivi, anche sul piano retributivo.
Del resto, migliorare la scuola richiede che si investa sugli insegnanti, ai quali spetta il compito arduo di accompagnare i giovani nell’acquisizione di quelle competenze che sono fondamentali per affrontare le sfide poste loro da un mondo in costante e rapido cambiamento.