Ogni anno, prima dello svolgimento delle Rilevazioni nazionali, le scuole raccolgono alcuni dati sugli alunni e sulle loro famiglie. Quali sono le informazioni richieste? A cosa servono? Scopriamolo insieme.
Ogni anno gli studenti di 5 gradi scolastici – seconda e quinta primaria, terza media, secondo e ultimo anno delle superiori – svolgono le Prove INVALSI, rilevazioni standardizzate che misurano gli esiti di apprendimento conseguiti dagli allievi.
Le Rilevazioni ci aiutano a conoscere e comprendere meglio la nostra Scuola: i dati INVALSI permettono infatti di analizzare eventuali criticità per poter migliorare il sistema scolastico. Ma non solo. Ci danno anche la possibilità di evidenziare gli aspetti di miglioramento e ci offrono informazioni per garantire ai nostri studenti principi fondamentali come il diritto allo studio e l’equità.
Le Prove nazionali verificano quindi i livelli di competenza degli studenti in Italiano, Matematica e Inglese. Ma ai fini delle Rilevazioni vengono anche acquisiti i cosiddetti dati di contesto, cioè delle informazioni sul loro background.
Quali informazioni vengono raccolte?
Le informazioni raccolte sono diverse a seconda del grado scolastico frequentato.
Per ciascun alunno viene richiesto il codice SIDI, cioè il codice univoco che identifica ogni studente nell’Anagrafe Nazionale degli Alunni del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Soltanto nella Secondaria di secondo grado vanno indicati i voti delle ultime valutazioni intermedie, relativi all’ultimo trimestre o quadrimestre concluso: in Italiano e Matematica per il grado 10; in Italiano, Matematica e Inglese per il grado 13.
A tutti gli studenti viene chiesto di indicare il luogo di nascita; nei gradi 2, 5 e 8 viene chiesto anche il luogo in cui sono nati i genitori o i tutori dei ragazzi. Le opzioni di risposta sono:
- Italia (o Repubblica di San Marino)
- Unione Europea
- Paese europeo non UE
- Altro
- Non disponibile
Se lo studente non è nato in Italia, deve essere indicata l’età in cui è arrivato nel nostro Paese.
La domanda successiva è inerente l’orario scolastico settimanale, che può variare tra le 20 e le oltre 40 ore, a seconda del tipo di scuola e del grado scolastico.
Solo i ragazzi della secondaria di secondo grado devono inserire il numero delle ore curriculari settimanali nelle discipline rilevate dalle Prove: Italiano e Matematica per il grado 10; Italiano, Matematica e Inglese per il grado 13.
Soltanto agli alunni della primaria e della secondaria di primo grado viene invece chiesto di indicare se lo studente ha frequentato l’asilo nido e la scuola dell’infanzia. Questi stessi studenti devono dichiarare anche il titolo di studio e la professione dei genitori o dei tutori.
A che serve contestualizzare i risultati?
Le informazioni di contesto vengono raccolte, come suggerisce la loro denominazione, per contestualizzare i risultati degli alunni.
Infatti i soli risultati osservati, i cosiddetti risultati assoluti, descrivono i livelli raggiunti ma non ci dicono nulla riguardo la situazione di partenza dei ragazzi. Per comprendere l’efficacia del sistema educativo è invece necessario considerare anche il livello da cui sono partiti gli studenti, per poter misurare il progresso ottenuto.
I dati di contesto – raccolti in forma anonima per rispettare la privacy dei ragazzi e delle famiglie – consentono quindi di valutare l’influenza di diverse variabili sui risultati raggiunti e permettono di apprezzare in quale misura la scuola riesce a fornire a tutti le stesse opportunità di formazione, a prescindere dal contesto di provenienza dello studente.
Per misurare il contesto, l’INVALSI utilizza un indicatore statistico: l’ESCS – Economic, Social and Cultural Status.
L’ESCS si compone di tre elementi che valutano diversi aspetti delle condizioni socio-economiche e culturali degli alunni:
- HISEI – lo status occupazionale dei genitori
- PARED – il livello d’istruzione dei genitori, espresso in anni d’istruzione formale seguita, calcolati secondo standard internazionali
- HOMEPOS – il possesso di alcuni beni materiali, intesi come variabili di prossimità di un contesto economico-culturale favorevole all’apprendimento
L’indicatore socio-economico e culturale permette di misurare il contributo della scuola al miglioramento dei ragazzi: sottraendo dai risultati ottenuti l’influenza del background possiamo infatti osservare il lavoro svolto dalla scuola nel formare gli alunni.
Per valutare il contributo di ciascun istituto scolastico al cambiamento del livello di competenze degli allievi l’INVALSI ha messo a punto anche uno strumento statistico apposito, l’effetto scuola.
Come vengono gestiti i dati personali?
I dati personali raccolti ai fini delle Rilevazioni nazionali sono trattati in osservanza sia delle norme europee per la tutela della privacy sia delle norme che regolano gli enti aderenti al SISTAN, il Sistema Statistico Nazionale.
Il Presidente dell’INVALSI Roberto Ricci lo ha sottolineato anche nella sua consueta lettera alle scuole per l’avvio delle Rilevazioni:
Maggiori informazioni sulle modalità di trattamento e conservazione dei dati personali sono disponibili nell’Informativa che viene rilasciata alle scuole e alle famiglie.
Approfondimenti
- L’indicatore ESCS per una valutazione più equa
- Il segreto (statistico) sui risultati delle Prove INVALSI
- L’effetto scuola
- Come leggere l’effetto scuola
- Informativa per la privacy – Rilevazioni nazionali 2024
- Lettera del presidente – Avvio Rilevazioni Nazionali 2023/2024
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